Israele, due corti a Locarno
Il cinema israeliano si presenta a ranghi ridottissimi quest’anno al Festival di Locarno. A rappresentarlo, nessun lungometraggio ma due corti, entrambi in presentazione nella sezione I Pardi di domani, passerella prestigiosa dedicata ai talenti di domani. I due lavori sono Hagvarim shel Ella – Ella’s Men di Oren Adaf (nell’immagine) e Shmama di Miki Polonsky. Ad accomunarli, un’ambientazione minimale e a tratti claustrofobica che consente al gioco interiore dei personaggi di risuonare con grande intensità.
Fra autobiografia e finzione, Hagvarim shel Ella – Ella’s Men (19’) mette in scena la realtà e le fantasie di Ella, maschio e femmina, che danza, si prende cura di sè e attende l’arrivo dell’amante.
Il regista Oren Adaf, attualmente al lavoro sulla pre-produzione del suo primo lungometraggio Darwin, proviene da una famiglia religiosa residente in un sobborgo israeliano nei pressi della striscia di Gaza e ha realizzato il suo primo cortometraggio sperimentale, A Man Moves Him Self, nel 2011.
Il suo film di diploma, Beshivhey Hayom – In Praise of the Day, 2013), era stato selezionato a Berlino e San Sebastián. In altre parole, un nome da tenere d’occhio.
Più conosciuto nel circuito dei festival, Miki Polonsky in Shmama (26’) entra nella vita di Leah e Meital. La madre fa la cameriera in un albergo, dove la sera canta la figlia. Intrappolate nel loro rapporto, guardano scorrere i giorni immerse nello scenario immobile del Mar Morto.
Nato a Bat Yam, Polonsky si è diplomato in cinema alla Minshar School of Arts di Tel Aviv. Il suo corto Ten Buildings Away (2015) è stato presentato a Cannes, mentre 1 Building and 40 People Dancing (2015) è stato selezionato a DocAviv e all’Israeli Documentary Filmmakers’ Forum. Miki Polonski sta lavorando attualmente al suo primo lungometraggio, Brothers’ Oath.
Entrambi i cortometraggi concorrono per la nomination di Locarno agli European Film Awards 2017.
Daniela Gross
(10 agosto 2017)