Charlottesville, gli ebrei americani
chiedono la massima fermezza
Una condanna incisiva e inequivocabile. Sono numerose le organizzazioni ebraiche e vicine al mondo ebraico a rivolgersi in queste ore alla Casa Bianca affinché dal presidente Donald Trump arrivino messaggi più espliciti sui drammatici fatti di Charlottesville, in Virginia, dove suprematisti e neonazisti hanno mostrato il volto peggiore dell’America e causato tra gli altri la morte di una donna, investita da un’automobile lanciata contro il corteo degli antirazzisti (oltre una trentina i feriti).
In una nota l’Anti-Defamation League, tra le realtà più attive nella lotta all’odio, ha definito i fatti Charlottesville “la più significativa e violenta manifestazione di suprematisti bianchi nell’arco di decenni”. Già vari giorni prima dell’evento, l’organizzazione aveva lanciato chiari segnali in tal senso: “I tentativi di gruppi estremisti di conquistare la ribalta non sono certo una novità nel paese. Tuttavia l’incontro di Charlottesville rischia di essere una dimostrazione potenzialmente storica di odio” aveva ad esempio dichiarato Oren Segal, direttore del centro ADL sull’estremismo.
A mobilitarsi sono anche diversi rabbini e rappresentanze ebraiche universitarie (della Virginia e di altri Stati). Oltre a realtà come il Simon Wiesenthal Center, il centro nato nel nome del celebre cacciatore di nazisti, che subito ha inviato un messaggio di cordoglio ai familiari della donna e a quella dei due poliziotti rimasti uccisi in seguito alla caduta di un elicottero impegnato nella vigilanza dell’area.
In prima linea il sindaco ebreo di Charlottesville, il democratico Mike Signer, che insieme alla maggioranza del Consiglio comunale aveva decretato in maggio la rimozione della statua di Robert Lee, il generale eroe dei separatisti nella Guerra civile americana. Il pretesto, per i suprematisti, per causare le violenze di ieri.
Costanti le minacce subite in questi mesi dal primo cittadino, vittima di una vera e propria campagna di odio infarcita dei peggiori pregiudizi antisemiti (un tratto preponderante della manifestazione di sabato, dove più volte si sono levati saluti al dittatore nazista Adolf Hitler e cori come “Gli ebrei non ci rimpiazzeranno”).
Commentando un presidio notturno all’Università della Virginia, premessa al successivo raduno, il sindaco Signer ha affermato: “Quando penso a delle torce accese, mi viene in mente la Statua della Libertà. Quando penso alla luce delle candele, una veglia di preghiera. Oggi, nel 2017, assistiamo invece a una parata di odio, fanatismo, razzismo e intolleranza”.
(Nell’immagine il sindaco ebreo di Charlottesville, Mike Signer)
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(13 agosto 2017)