…consustanzialità

Difficile non condividere le parole del Rabbino Giuseppe Laras, Presidente del Tribunale Rabbinico del Centro-Nord Italia, secondo cui l’ebraismo è consustanziale alla cultura europea, con legami di amicizia, responsabilità e solidarietà verso i nostri concittadini, per cui la nostra permanenza in Europa, intesa come resistenza, ha valore. Ma questa affermazione è vera e applicabile anche in Medio Oriente (e massimamente in Terra Santa) dove l’ebraismo ebbe le sue origini, in Africa del Nord, e più tardi anche in America, soprattutto al Nord ma anche nella parte latina, dove l’ebraismo ha contribuito idee, persone e istituzioni fondanti di quelle società civili. Ed è anche vero che l’Islam è esso pure consustanziale alla cultura europea, nella quale è stato presente per 1400 anni e alla quale pure ha dato un importante contributo di idee flosofiche e scientifiche. Nelle intenzioni dei moderni padri fondatori e nella scelta dei molti milioni di contemporanei che l’hanno fatta propria, l’alternativa dello stato d’Israele alla condizione diasporica degli ebrei è scaturita semmai dal fallimento del principio di consustanzalità: quando le società di maggioranza, o cospicue parte all’interno di esse, hanno rimosso il riconoscimento di quei vincoli di amicizia, responsabilità e solidarietà verso i loro concittadini ebrei che hanno invece scelto di emarginare e discriminare, e a volte perseguitare e uccidere. Ma la questione fondamentale, oggi, non è tanto il ricordo di questo passato oscuro e inquietante, quanto il chiarire se la consustanzialità sia solo un concetto avanzato dalla minoranza ebraica, o invece consapevolmente proposto dalla maggioranza delle società europee. Per rendere la domanda più acuta: consustanzialità non solamente affermata a parole o con periodiche cerimonie pubbliche di amicizia, ma con l’applicazione senza deroghe di principi aventi valore di legge che ne impediscano la violazione. Non ci potrà essere piena e sincera consustanzialità ebraica in Europa finché non si sarà affermato definitivamente e inequivocabilmente che esiste consustanzialità ebraica anche in Israele. E questa è una tappa ancora non raggiunta: primariamente dagli stolti compagni di viaggio europei che negano il diritto all’esistenza di uno stato d’Israele di matrice ebraica, nel rispetto delle minoranze, così come l’Italia è di matrice cattolica, sempre nel rispetto delle minoranze, e l’Iran è di matrice islamica; o che non ritengono manifestamente infondato il terrorismo ai danni dei cittadini israeliani; o che sostengono che la causa primaria del terrorismo islamico in Europa è la stessa esistenza di Israele e l’occupazione di quei territori che furono occupati per impedire la distruzione di Israele promessa dai paesi arabi nel 1967. Fin qui il discorso generale sui principi. Le scelte su dove andare ad abitare – in Europa, in Israele, o altrove – sono invece sempre individuali, e ognuno farà quello che gli parrà più opportuno.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(24 agosto 2017)