Sul palco con Billy Joel
La stella di Davide rappresenta il popolo ebraico sin dalle sue origini. I valorosi soldati di Re Davide, che combattevano per salvaguardare la sicurezza all’interno della regione e l’incolumità di chi ci abitava, la portavano incisa sullo scudo metallico. Due triangoli, uno che punta verso l’alto e l’altro che punta verso il basso, che si incontrano a metà strada come per simboleggiare l’incontro che avviene tra Dio e il popolo ebraico. Una scissione fisica che per l’occorrenza diventa spirituale. Un’unione tinta di giallo, un simbolo necessario per riuscire ad identificare i cittadini di razza inferiore durante i rastrellamenti e le persecuzioni naziste; lo stesso simbolo che oggi sventola fiero sulla bandiera dello Stato di Israele, azzurro come il cielo, limpido come le onde del mare.
Due triangoli incrociati che formano una stella a sei punte, una simmetricità particolarmente minacciosa per chi non riconosce l’esistenza dello Stato ebraico sulla mappa geografica. Una vera sfortuna, per chi tende a dimenticare, che esistano ancora persone che facciano affidamento sulla storia come prerequisito necessario per vivere il presente. È capitato la notte del 21 Agosto, quando Billy Joel, il leggendario cantautore americano, si è presentato al pubblico del Madison Square Garden con la stella gialla cucita sul petto. Un gesto inequivocabile che culmina una battaglia personale contro le nuove forme di antisemitismo, negli Usa e nel mondo. La stessa stella gialla che condusse sei milioni di ebrei ai crematori, oggi rappresenta un simbolo di straordinaria forza contro ogni forma di odio e di violenza. Più della stella incisa sugli scudi, più della stella presente sulle bandiere: la stella gialla ci ricorda quale sia la linea rossa da non oltrepassare, quella che divide l’umanità dall’inumanità.
Come solo i veri artisti sanno fare, dunque, Billy Joel si è espresso chiaramente senza doversi pronunciare in merito. È salito sul palco con un intento ben preciso: quello di offrire uno spettacolo che non venisse dimenticato, quello di trasmettere un messaggio più forte ancora del suono, più efficace della parola.
Un pianoforte a coda, un microfono, la sua voce dal timbro inconfondibile e una piccola stella gialla cucita all’altezza del cuore.
Un gesto che vale più di mille parole. Grazie Billy, ce l’hai fatta.
David Zebuloni
(25 agosto 2017)