Oltremare – La goccia

fubiniChi guarda al Medio Oriente da oltremare potrebbe pensare che qui tutto funzioni a strappi e scatti, in alcuni casi sotto la forma di guerre, in altri soltanto scaramucce verbali o movimenti di mani a frullare l’aria, non facesse già abbastanza caldo. E invece, una cosa che ho scoperto poco dopo il mio arrivo quasi dieci anni fa è che il principio della goccia che fa il buco nella pietra è molto più seguito di quanto non si potrebbe credere. All’epoca, stazionava davanti alla casa del Primo Ministro un gazebo, sotto il quale si riparavano dal sole i sostenitori di un accordo con Hamas per il rilascio del soldato Gilad Shalit, rapito in modo abbastanza vigliacco a fine giugno 2006 e poi finalmente restituito vivo nell’ottobre 2011. Quel gazebo era luogo di ritrovo di giorno e sera, a volte c’erano cartelli o striscioni e a volte no, manifestazioni con megafoni o silenziose, a volte gruppi organizzati che da luoghi lontani venivano a portare la loro solidarietà alla famiglia. Il gazebo era la goccia, e la pietra era allora il governo, che dopo diversi tentativi andati a vuoto alla fine lo riportò a casa vivo, anche se pagando un prezzo altissimo, di impensabile sproporzione. Gilad da un lato, oltre mille militanti o comunque carcerati palestinesi dall’altro. Oggi la goccia che scava la pietra mi ritorna in mente ogni sabato sera, quando i telegiornali riportano di tafferugli o arresti (sic) alla manifestazione settimanale vicino alla casa del giudice che deve decidere se rinviare a giudizio Netanyahu e per quali dei capi d’accusa. Anche volendo sorvolare sulla stranezza di un giudice che non giudica, tenendo tutti in scacco, Bibi compreso, questa cosa della manifestazione settimanale ha un suo fascino. Certo per alcuni dei partecipanti potrebbe essere un modo per aver sempre un impegno al sabato sera, meglio del bar sport, e meglio dei programmi in tivù. Però visti i precedenti, fossi in Bibi starei in campana: più prima che poi questo giudice dovrà fare il suo mestiere, e giudicare.

Daniela Fubini, Tel Aviv

(28 agosto 2017)