Houston dopo l’uragano Harvey
Solidarietà ebraica per tutti
Dopo la devastazione, i morti, i tanti feriti, mentre ancora si cercano possibili dispersi un po’ ovunque, il Texas prova faticosamente a rialzarsi. In prima linea, in questa fase tra le più delicate del dopo uragano Harvey, anche diverse realtà e associazioni del mondo ebraico locale. Come riferisce il Jewish Herald Voice, organo di stampa degli ebrei di Houston, sono molteplici le iniziative intraprese nelle ultime ore. A partire dall’apertura straordinaria di alcuni campeggi estivi, in funzione nelle scorse settimane, per ospitare chi è impossibilitato a tornare nella propria abitazione perché alluvionata e non ha accesso a cibo e servizi di base. “Abbiamo uno spazio limitato all’interno della struttura, ma cercheremo di fare del nostro meglio per assicurare la massima accoglienza” sottolinea tra gli altri Frank Silberlicht, direttore esecutivo del Camp Young Judaea Texas. Mentre il centro comunitario di Houston, che nel fine settimana ha subito alcuni allagamenti, dovrebbe tornare in funzione nella giornata di domani. Alle 9 di mattina, ora locale, è infatti prevista l’apertura di uno spazio di raccolta e smistamento di beni di prima necessità. “È ancora difficile fare una valutazione complessiva dei danni, ma sappiamo che gran parte delle nostre istituzioni è stata colpita” si legge in una nota diffusa ieri dalla Jewish Federation of Greater Houston. Al pari di sinagoghe e uffici comunitari anche la maggioranza della popolazione ebraica vive nell’area maggiormente colpita dall’uragano. “Il 71% in luoghi che hanno subito massicce inondazioni” si legge ancora nella nota.
Pur nell’estrema difficoltà di questi giornate c’è chi si sta organizzando per allestire e servire dei pasti rigorosamente casher, rispettosi cioè delle norme alimentari ebraiche. Un servizio rivolto in prima istanza a tutte le famiglie osservanti che, per via dell’uragano, non possono usufruire delle loro cucine.
(30 agosto 2017)