Setirot – Adozioni

stefano jesurumDiamo per buona (rimanendo però in attesa di una versione meno confusa di quella fornita il primo giorno dal Times) la “bomba” giornalistica secondo cui a Londra, nel distretto multietnico di Tower Hamlets (dove solo il 31% dei residenti ha la pelle bianca), una bambina di 5 anni, battezzata, è stata affidata dai servizi sociali a una famiglia musulmana praticante. I genitori affidatari, che secondo l’autorevole quotidiano non parlano neppure inglese (si è poi appurato che questa notizia è falsa e che comunque la piccola è stata poi portata alla nonna naturale. NdR), avrebbero tolto alla bimba la croce che portava al collo e le vieterebbero di consumare carne di maiale. Fin da subito, veniva da domandarsi come abbia una famiglia che non parla inglese potuto avere il via libera dai servizi sociali, e infatti non era vero. E tutto il resto? Diamolo comunque per buono. Ovviamente, lo scoop del Times ha fatto il giro del mondo attraverso stampa, televisione e social media.
Domanda, in tema di adozioni e dintorni: e le migliaia di bambine e bambini di etnia “altra”, e conseguentemente di madri indù, animiste, musulmane, cristiano-ortodosse, buddiste? Niente battesimi e prime comunioni, niente Natali? Niente chiese? Niente sinagoghe? Non mi risulta. Così come non mi risulta che la stampa abbia versato fiumi di inchiostro per occuparsene. Come mai?

Stefano Jesurum, giornalista

(31 agosto 2017)