Beni culturali ebraici al Sud, “Tutelarli, impegno delicato”
“Bisogna essere attenti, e vigilare, perché la situazione in Sicilia e in generale in tutto il Meridione è molto delicata. Bisogna accompagnare la rinascita ma allo stesso tempo essere vigili: appaiono molteplici costellazioni di siti e di iniziative che si definiscono ebraiche e vanno fatte verifiche storiche, e tecniche”. È cauto, Renzo Funaro, l’architetto fiorentino che da decenni si occupa di restauro e di recupero di edifici storici anche in qualità di presidente dell’Opera del Tempio ebraico (ha seguito tra gli altri anche i lavori alla sinagoga di Siena e il recupero dei cimiteri ebraici di Firenze). Vicepresidente della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici (Fbcei), si occupa da tempo della rinascita dell’ebraismo nel Sud e pur senza voler frenare gli entusiasmi raccomanda prudenza: “In tanti propongono siti, a volte compaiono organizzazioni fantomatiche, fondazioni che non sono composte da esperti. Spesso sono persone di buona volontà, che magari hanno cognomi di origine ebraica, e pensano sinceramente di fare bene. Anche per questo bisogna sempre intervenire con delicatezza, e cercare di capire sia il valore effettivo dei ritrovamenti che le persone. Alcune operazioni di rivalutazione non sono fondate, vanno sempre vagliate attentamente, servono documenti storici e prove provate. Anche questo è uno dei compiti della Fondazione”.
Intorno all’idea di riportare alla luce le storie e i reperti del glorioso passato ebraico siciliano spesso nascono occasioni di sviluppo turistico, situazioni potenzialmente virtuose che però devono obbligatoriamente passare – spiega l’architetto Funaro – attraverso protocolli con le regioni e
con i singoli comuni. “Va fatto presente alle amministrazioni locali che il referente unico è l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e che è fondamentale il confronto con gli esperti della Fbcei, con gli architetti, storici e rabbini che affianchino le indagini. Non
basta che ad attivarsi siano persone di buona volontà, servono preparazione e competenza, e la capacità di affidarsi alle istituzioni preposte, che esistono e che stanno svolgendo un lavoro eccellente e sempre più intenso”.
Le attività della Fbcei si concentrano sul Sud da alcuni anni, con una specifica commissione che si occupa di avere sempre un quadro aggiornato delle situazione, che è complessa e molto differenziata. Forte è la collaborazione con gli enti locali e con le università, dove molti sono gli studiosi che seguono con attenzione il fenomeno. In occasione della prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica (Gece), poi, la Fondazione sta procedendo al recupero e al riallestimento di due mostre, a cura della sovrintendenza – con cui Ucei e Fbcei hanno uno stretto rapporto di collaborazione – e dell’università di Palermo. Si tratta di due occasioni di approfondimento e di diffusione della conoscenza che verranno fatte circolare nei molti centri interessati dalla Gece per raccontare le peculiarità della Sicilia ebraica. Tantissimi sono infatti i piccoli e piccolissimi centri dove era attestata una giudecca, che spesso è stata davvero importante nella storia locale. Un campo di studio enorme e interessantissimo, dove ancora molto è da scoprire.
Ada Treves, twitter @ada3ves
Dossier Sicilia ebraica, Pagine Ebraiche – Agosto 2017