“Una Giornata per condividere”

Di seguito il testo dell’intervento tenuto dalla Presidente UCEI Noemi Di Segni in occasione della conferenza stampa svoltasi nelle scorse ore al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali in cui sono state presentate, insieme ai prossimi impegni del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, le iniziative della prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica.

Buongiorno e a tutti un caloroso benvenuto.
Anzitutto un ringraziamento alle Istituzioni che sostengono la Giornata Europea della Cultura Ebraica e in particolare il MIBACT, che patrocina l’iniziativa da molti anni, condividendo l’importanza di far conoscere il patrimonio culturale ebraico diffuso nella nostra penisola. Ventidue secoli di storia vissuta ed ininterrotta dall’epoca romana, con tracce monumentali, storiche, archeologiche, negli archivi, nella lingua, nella cucina, nelle tradizioni di moltissimi luoghi in Italia. Un apporto culturale importante, che noi ebrei italiani siamo felici di far conoscere e valorizzare con iniziative nazionali come la Giornata.
Tre gli aspetti che vorrei evidenziare:
– Perché cultura
– Perché Sicilia
– La condizione esistenziale – chi siamo nel luogo in cui viviamo?
Perché la Giornata? Perché la cultura? Citando una celebre battuta di Albert Einstein: “È più facile dividere un atomo, che spezzare un pregiudizio.” Proprio per questo nasce la Giornata europea della cultura ebraica: per contrastare antisemitismo, razzismo, vecchi e nuovi stereotipi, con lo strumento più importante che abbiamo: la Cultura. Farci conoscere – condividere luoghi, musica, cucina. C’è una forte curiosità nella società per la cultura ebraica e lo dimostra il successo di iniziative come questa. Lo dimostra anche l’interesse e la grande aspettativa che c’è intorno alla nascita del Meis, che diverrà un importante punto di riferimento per chiunque si occupi di cultura ebraica in Italia.
La Cultura, in tutte le sue espressioni, è ciò di cui il Paese necessità oggi, quale motore indispensabile per lo sviluppo e per un futuro di vero progresso. Non lo dico perché siano in questa sede in questa assise – ma ci credo profondamente – è la base essenziale per ogni forma di rapporto politico, economico sociale. Non è un settore di tanti è la trave che sorregge tutto.
Un po’ di dati.
Ci apprestiamo a celebrare – e festeggiare – la diciottesima edizione, che ha visto anno dopo anno crescere l’interesse del pubblico e la partecipazione di località.
Partecipano quest’anno oltre ottanta località, precisamente 83, Sono diffuse in quindici regioni, che vanno da nord a sud, alle isole. In grandi città e in piccoli centri. Piccoli e grandi eventi.
L’edizione italiana vanta un primato: è probabilmente l’edizione più riuscita d’Europa, per la quantità e qualità di iniziative, e per la grande affluenza di pubblico, decine di migliaia di persone ogni anno, con picchi, alcuni anni, di oltre cinquantamila visitatori. Questo perché crediamo fortemente in questa iniziativa, e diamo vita a un lavoro di squadra che dura diversi mesi, forte di una macchina organizzativa davvero ben rodata.
Ed è importante sottolineare come alla Giornata Europea della Cultura Ebraica, che l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane organizza e promuove, danno un fondamentale apporto, oltre che le ventuno comunità ebraiche italiane, decine di Enti e Associazioni locali, che propongono iniziative per valorizzare la storia ebraica del loro territorio. Cogliamo l’occasione per ringraziarli. Un grazie anche a tutti coloro che hanno collaborato per la riuscita di questa manifestazione. Ancora una volta. Ci siamo.
Quest’anno, al centro delle iniziative, la Sicilia. Con eventi in cinque località (Catania, Palermo, Agira [prov. Enna], Camarina [prov. Ragusa] e Siracusa).
Perché la Sicilia? Perché ha una storia ebraica di grande interesse, interrottasi per secoli, ma che oggi vede dei germogli di rinascita, che l’ebraismo italiano intende incoraggiare, per guardare al futuro con ottimismo e speranza.
Per secoli, sin da tempi molto antichi, sono esistiti una gran quantità di importanti centri di vita ebraica e di studio, in tutto il Meridione e in Sicilia, con decine di comunità ebraiche piccole e grandi. L’ebraismo è un pezzo importante della storia del Meridione. In pochi mesi questa lunga storia di “coesistenza nella diversità” finì, con l’espulsione di tutti gli ebrei nel xv secolo, assieme alla cacciata dalla spagna.
Al centro dell’attenzione, in particolare, saranno Catania e Palermo, due grandi città, dove sono state predisposte molte e interessanti iniziative. Grazie alla fondamentale collaborazione con Enti e Associazioni locali, e a Catania direttamente con gli uffici del Comune e con il supporto diretto del Sindaco Enzo Bianco, che desidero ringraziare sinceramente per l’impegno profuso e per la sua disponibilità a essere anche oggi qui con noi.
Una occasione per l’ebraismo italiano, e per i cittadini siciliani, di tornare a incontrarsi, intrecciando di nuovo un dialogo che, pur rinnovatosi da diversi anni, ci auguriamo possa in questa occasione acquisire ulteriore vitalità e slancio.
Anche a Palermo, si terrà un fitto programma di iniziative, per la cui organizzazione desidero ringraziare gli ebrei palermitani e il Comune di Palermo, il cui Sindaco Leoluca Orlando, che purtroppo non è potuto essere con noi oggi, ma che sarà presente all’inaugurazione, ha convintamente sostenuto.
La Sicilia è un contesto strategico per l’Italia intera – crocevia di importanti scelte importanti di medio lungo termine.
Il terzo aspetto: Le radici: il tema di quest’anno. “Diaspora. Identità e Dialogo”. Tema esistenziale. Ci porterà e riflettere su un fenomeno che ha caratterizzato la storia del popolo ebraico, la vita in esilio, lontana da Gerusalemme e dalle Terra d’Israele, in cui è stato costretto per molti secoli. Una condizione che ha reso necessario agli ebrei, sparsi nel mondo, di imparare a vivere insieme agli altri, in epoche e tra popoli che hanno permesso una degna integrazione e una notevole fioritura, ma anche tra non pochi momenti di difficoltà, quando non drammatici, o tristemente tragici.
La vita ebraica nella diaspora, nei suoi momenti migliori come in quelli più difficili, è sempre stata e sempre sarà un riflesso e uno specchio dell’anima delle civiltà e Paesi nei quali hanno vissuto.
Sono contenta e fiera che questa importante storia sarà raccontata attraverso il percorso che si appresta ad inaugurare il Meis. Un luogo di cultura che narrerà la nostra storia in questa terra.
E come non pensare, visto l’argomento, ad uno dei fenomeni più drammatici che caratterizzano la nostra epoca, quello delle migrazioni? Come non andare, con il pensiero, alle centinaia di migliaia di persone che tentano ogni anno di raggiungere le nostre coste, sfidando la sorte, per sfuggire a fame e guerra, tra violenze e soprusi? A tutti loro, va il nostro pensiero, convinti assieme all’Italia che questo fenomeno va gestito; gestito con l’Europa tutta.
Quindi: cultura – fenomeni di distacco violento – sfide di accoglienza – la Sicilia come fulcro ed emblema di questa condizione esistenziale.

Noemi Di Segni, Presidente UCEI

(5 settembre 2017)