“Un museo per scrivere il futuro”

Di seguito il testo dell’intervento tenuto dal Presidente del Meis Dario Disegni in occasione della conferenza stampa svoltasi nelle scorse ore al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

Signor Ministro, Signore e Signori,

Non poteva darsi migliore opportunità per annunciare la prossima apertura a Ferrara del MEIS, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, che l’odierna presentazione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, dedicata quest’anno al tema: “Diaspora – Identità e dialogo”.

La Diaspora più antica del popolo ebraico è infatti proprio quella installatasi nel nostro Paese duemiladuecento anni orsono, la cui storia, la cui cultura, e la cui interazione, tra luci e ombre, con la storia e la cultura dell’Italia, con apporti di tradizioni e di saperi di grandissima originalità e importanza, il MEIS intende appunto narrare.

Dopo una prima fase essenzialmente di elaborazione culturale e programmatica negli anni successivi all’istituzione da parte del Parlamento della Repubblica della Fondazione MEIS, a partire dallo scorso anno, con l’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione e la nomina del nuovo Direttore, siamo entrati in una fase decisamente realizzativa, con un rapido avanzamento del cantiere, consentito dal generoso completamento della copertura economica da parte del MiBACT, grazie al forte e convinto sostegno del Ministro Franceschini, che ancora una volta desidero ringraziare di cuore.

Ho così il piacere di annunciare che tra pochi giorni verrà consegnato al MEIS, al termine del primo lotto dei lavori, l’edificio completamente ristrutturato dell’ex-carcere di Ferrara, che si appresta a ospitare la mostra inaugurale, assumendo in tal modo, da luogo di segregazione e di esclusione, il suo nuovo ruolo di centro vivo di cultura, di dialogo e di inclusione.

Mi sia consentito, a questo proposito, rivolgere il più sentito ringraziamento a chi è stato l’artefice principale di questo complesso cantiere di lavoro, che proseguirà, a partire dai primi mesi del 2018 e fino a tutto il 2020, con la costruzione dei cinque nuovi edifici previsti dal progetto vincitore del concorso internazionale di architettura bandito negli scorsi anni: il RUP arch. Carla Di Francesco, che è anche autorevole membro del CdA del MEIS e alla quale desidero formulare le più vive congratulazioni e i più affettuosi auguri per il prestigioso incarico al quale è stata chiamata pochi giorni fa dal Consiglio dei Ministri.

La disponibilità del nuovo spazio, e dell’annesso padiglione temporaneo, permetterà così l’apertura del Museo, fissata per il 13 dicembre con una importante mostra dal titolo “Ebrei, una storia italiana: i primi mille anni”.

Alla realizzazione di questa operazione stanno oggi lavorando, sulla base degli indirizzi approvati dal Consiglio di Amministrazione e dal Comitato Scientifico, insigni curatori, studiosi dell’Ebraismo italiani e stranieri, progettisti, esperti di comunicazione museale, consulenti, in stretto coordinamento con il Direttore del Museo Simonetta Della Seta e tutto il suo esiguo, ma efficiente e appassionato, staff. Preziosa poi la collaborazione offerta con grande dedizione e coinvolgimento dalla Città di Ferrara e dalla Regione Emilia-Romagna.

Va sottolineato che, nel nostro caso, non si tratterà, come in genere accade, di una semplice esposizione temporanea su di un determinato tema, bensì di una vera e propria mostra di prefigurazione del Museo, di cui rappresenterà sostanzialmente, dal punto di vista scientifico ed espositivo, la prima grande sezione.

Una mostra che i curatori Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla hanno inteso realizzare, con la collaborazione per l’allestimento dello Studio Tortelli e Frassoni di Brescia, vincitore della gara, come una rappresentazione di contesti temporali, spaziali, sociali, culturali, attraverso oggetti autentici o riproduzioni, testi scritti, immagini fisse o in movimento, capaci di comunicare ai visitatori l’interpretazione dei primi mille anni della storia degli Ebrei in Italia.

L’obiettivo strategico che, a partire dalla mostra inaugurale, ci siamo posti è quello di dare vita a un centro di cultura, di dibattito e di confronto, un laboratorio di idee e riflessioni sull’ebraismo, dal suo lontano passato al suo futuro in Italia, ma anche, più in generale, sul ruolo delle diverse minoranze e sulla convivenza e il dialogo tra le molteplici componenti del mosaico rappresentato dalla nostra società.

Per comunicare adeguatamente tali obiettivi, occorreva anche, a nostro parere, disporre di un’identità visiva e di un’immagine del MEIS completamente rinnovate. Per questo negli scorsi mesi è stata bandita una gara tra creativi per il nuovo brand del Museo.

Siamo quindi lieti di presentare oggi in anteprima il nuovo logo del MEIS, realizzato dall’agenzia vincitrice della gara, la Teikna Design di Claudia Neri di Milano.

Si tratta di un’immagine aperta, in cui le lettere dell’acronimo del nome del Museo sono rappresentate da rettangoli dal contenuto variabile, pensati per raccogliere e trasmettere messaggi ogni volta differenti.

Una metafora, in un certo senso, dell’ebraismo come sistema culturale ed esistenziale, in continuo divenire, che incessantemente si interroga e guarda avanti, proprio come suggerisce l’ultima lettera del logo: mentre i caratteri che la precedono rimandano a un’idea di saldo ancoraggio alle radici ultra millenarie, la “S” finale sembra volersi disallineare dalla loro compatta geometria e andare oltre, in avanti.

Dunque, non un marchio ingessato in una forma immutabile, ma un logo dal design identitario e fusionale, capace di dare voce a un racconto di volta in volta diverso, a seconda del tema che il MEIS vorrà promuovere, e soprattutto alle tante facce dell’ebraismo.

In conclusione: la vicenda storica di duemiladuecento anni di vita ebraica in Italia rappresenta un modello assolutamente originale di integrazione e, al tempo stesso, di mantenimento e sviluppo di una propria identità religiosa e culturale.

Farla conoscere e proporla all’attenzione e alla riflessione, nel momento in cui l’Italia e l’Europa sono chiamate ad affrontare le drammatiche sfide poste dagli epocali fenomeni migratori e dall’accoglienza, è quindi uno dei principali contributi che il nascente Museo intende offrire alla società del nostro Paese.

Dario Disegni, Presidente MEIS

(5 settembre 2017)