dispersione…

“Ti disperderà il Signore fra tutti i popoli, da un’estremità all’altra della terra, e là tu servirai altri dei che non conoscesti né tu né i tuoi padri, idoli di legno e di pietra. Fra quelle nazioni non avrai sollievo né avrà riposo la pianta del tuo piede. Il Signore ti darà là un cuore timoroso, occhi languenti, uno spirito amareggiato. La tua vita ti starà davanti agli occhi talmente incerta che giorno e notte avrai paura e non avrai più alcuna fiducia nella tua vita”. (Deut. 28, 64-65). Malgrado tutto ciò si sia puntualmente verificato, in questa nostra dispersione quale popolo ebraico abbiamo anche avuto il Talmud di Babilonia, Rashì, Maimonide, il Baal Shem Tov, il Gaon di Vilna… e tutti gli altri, i grandi Maestri di Torah, i filosofi e pensatori, scienziati ed artisti che oggi vengono compresi nel grande titolo di cultura ebraica. E malgrado tutti questi grandi abbiano illuminato la nostra dispersione, noi continuiamo ad avere fiducia nella Torah anche quando scrive: “Allora il Signore ti farà tornare nello stato in cui eri prima e ti tratterà con benevolenza. Tornerà e ti raccoglierà di mezzo ai popoli dove ti avrà disperso il Signore tuo D.O. Quand’anche fossero i tuoi dispersi all’estremità del cielo, di là li radunerà il Signore tuo D.O e di là li riprenderà e li porterà in quelle terra che i tuoi padri possedettero e tu pure possederai, ti darà bene e ti moltiplicherà più di quanto fece con i tuoi padri” (Deut. 30,3-5). Punti fermi per il tema della diaspora per la prossima Giornata della Cultura Ebraica.
Non così chiari per l’ebreo, che oggi vorrebbe anche capire a che punto si trova tra questi due poli.

Giuseppe Momigliano, rabbino

(6 settembre 2017)