…vento
La settimana scorsa si è svolto a Cernobbio il Forum Ambrosetti, il primo e più importante think tank economico italiano. Edizione particolarmente importante perché era quella pre elettorale. Ospiti d’onore: Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Cosa incredibile, i due hanno fatto una radicale marcia indietro su Euro e Europa. Dopo che Marine Le Pen ha ammesso che l’argomento dell’uscita dalla moneta unica le è costato le elezioni, il tema è scomparso dalla propaganda del populismo nostrano. Di Maio si è affrettato a sottolineare come il M5S non sia mai stato antieuropeo (ma l’abbiamo immaginata l’appartenenza allo stesso gruppo parlamentare di Farage, che ha portato l’UK fuori dall’UE?) e che il referendum sull’Euro più volte annunciato dallo stesso Grillo è solo un ‘extrema ratio, utile a far pressione su Bruxelles perché si cambino i trattati’. Salvini, in vista dell’alleanza obbligata col redivivo Berlusconi più che ottantenne (!), ha deciso di concedere, sua grazia, un’ultima chance a “questa Europa”. La cosa non stupisce più di tanto. Questi imprenditori della paura e speculatori politici vanno dove tira il vento, non hanno nessun programma, se non il fine di raggiungere il potere. Semmai, sorprende la sponda che ricevono dalle platee, che pochi mesi prima denunciavano come luogo di massoni e complottisti vari. Sarebbe bene porli davanti alle loro contraddizioni in maniera spietata, ma pare prevalere una sorta di idea che in politica tutto sia permesso. C’è da giurarci che finirà allo stesso modo con la questione migranti, che oggi scalda il cuore delle persone. Abbiamo già visto i La Russa sbracciarsi per l’italianità di ogni cosa e poi andare allo stadio a tifare i Balotelli ai tempi della sua amata Inter. In un battibaleno, si trattava ora di nuovi italiani. A da passà a nuttata.
Davide Assael, ricercatore
(6 settembre 2017)