Roma, sinagoga affollata
per la semikhà del rav Piperno
Dietro un grande traguardo personale raggiunto c’è sempre un duro lavoro alle spalle ma ci sono anche tante persone che, con i loro consigli, l’affetto, l’esempio quotidiano, hanno fatto sì che quel giorno potesse arrivare.
Visibilmente emozionato, rav Gadi Piperno ha voluto affermare questo concetto nel corso della cerimonia di attribuzione del titolo rabbinico (“Semikhà”) svoltasi nelle scorse ore nel Tempio Maggiore di Roma. “Vedo tante persone qua oggi, tanti volti amici. Ciascuno di voi mi regala un’emozione speciale” ha detto il neo rabbino nella sinagoga affollata.
“Questo momento significa molto per Gadi e per tutti noi. È anche un’ulteriore dimostrazione che il Collegio Rabbinico Italiano, da cui in questi ultimi anni sono usciti più rabbini che in passato, è istituzione utile per la collettività ebraica” ha osservato il rabbino capo (e direttore del Collegio Rabbinico) Riccardo Di Segni nel suo intervento in apertura di cerimonia.
Da tempo attivo nelle iniziative di valorizzazione e riscoperta dell’ebraismo nel Sud Italia attraverso il progetto Meridione UCEI, rav Piperno è anche figura rabbinica di riferimento per il Tempio Bet Michael a Monteverde.
Del luglio scorso l’ottenimento del titolo di Chakham (Rabbino Maggiore) con il massimo dei voti: 110/110 con una speciale menzione per la tesi presentata alla commissione, dedicata al grande rabbino veneziano David Pardo (1719-1792). In occasione dell’esame rav Piperno aveva anche esposto i libri biblici di Ezrà e Nechemià, discusso un brano del Talmud del trattato di Ketubbot riguardo ai diritti della moglie, risposto ad alcuni quesiti halakhici sulle regole dello Shabbat e sul diritto matrimoniale.
(7 settembre 2017)