sentire…

Il verbo sentire nelle lingue neolatine ha un suono e un significato che, ovviamente, va al di là della esperienza fisica di percepire un suono.
Gli spagnoli per esempio sono meravigliosi quando affermano, in caso di un dispiacere e di una partecipazione al dolore altrui: “Lo siento mucho.”
In italiano possiamo sentire anche in maniera superficiale, senza che l’accaduto ci tocchi nel profondo o smuova un minimo di empatia nei confronti del mondo.
In questo modo possiamo “sentire” molte cose, molti avvenimenti, ma non è detto che sentiremo di dover esprimere a causa di essi una minima partecipazione umana.
Eppure, proprio in questi giorni di Elul che ci portano verso Rosh HaShanà, giorni nei quali chiediamo a Dio si essere “sentiti”, dovremmo sviluppare la nostra capacità di sentire, di farci sentire e di essere sentiti, lì dove il sentire va di pari passo con il sentimento. E il sentimento per me che sono del Sud porta con sé la vicinanza, forza, sostegno, impegno e bene. Altrimenti non è tale. Non è sentimento, non è sentire, ma è solo orecchio che percepisce. Shabbat Shalom, cu tutto ‘o sentimento.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino