“Diaspora, identità ebraica e dialogola via per un futuro di convivenza”
“Quest’anno, al centro di questa diciottesima edizione abbiamo posto la Sicilia, con eventi in cinque località – Palermo, Catania, Agira , Camarina e Siracusa – . Una Sicilia che, come ha detto lei sindaco Orlando, come noi vive ogni giorno guardando al futuro, traendo forza dal suo antico passato e dove la rinascita della cultura ebraica, dopo secoli di silenzio, è un rinascimento per la Regione intera”. Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in occasione dell’inaugurazione questa mattina a Palermo della diciottesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, celebrata in tutta Italia. Ad accogliere la presidente Di Segni in un luogo significativo come Palazzo Steri, il sindaco Leoluca Orlando, che ha ricordato la storia multiculturale e di integrazione della città. “Palermo è una città orgogliosamente europea ma anche mediorientale che crede nello ius soli e che si impegna con forza a far dialogare le diverse culture – sottolinea a Pagine Ebraiche Orlando – È una città mosaico, costruita da tante tessere e ciascuna di queste rappresenta una cultura differente, come quella ebraica”. Il sindaco ha ricordato il glorioso passato ebraico di Palermo, traumaticamente interrotto sul finire del XV secolo con l’espulsione degli ebrei dalla Sicilia su ordine dei regnanti spagnoli. Un passato che oggi è tornato a vivere grazie all’impegno della piccola realtà ebraica di Palermo, che presto avrà una sua sinagoga. La prima nell’isola dopo oltre 500 anni, ha affermato Noemi Di Segni, esprimendo poi la propria gratitudine alla Diocesi locale per la concessione dell’ex Oratorio di Santa Maria del Sabato, dove sorgerà la sinagoga, alla neonata sezione ebraica del capoluogo siciliano: proprio venerdì scorso c’è stata la storica firma da parte dell’arcivescovo Corrado Orefice della concessione dei locali. A firmare il documento, la presidente della Comunità ebraica di Napoli Lydia Schapirer e la referente della sezione ebraica palermitana Evelyne Aouate, alla presenza del vicepresidente UCEI Giulio Disegni.
Un progetto che racconta di un ebraismo vivo come dimostrano anche gli eventi in tutta Italia, da Torino a Roma, da Venezia a Napoli, oltre ovviamente alle iniziative siciliane, con Catania protagonista nel pomeriggio. E da un illustre rappresentante dell’isola è arrivato un messaggio importante: “Identità e dialogo è il tema della Giornata della cultura ebraica di quest’anno – il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – a cui vorrei aggiungere memoria e responsabilità, il senso di responsabilità di chi intende coltivare la memoria per sviluppare anticorpi contro il ripetersi di degenerazioni dei valori di convivenza civile che videro uno stato sospinto da un regime feroce rivoltarsi contro i propri cittadini, contro umani inermi”. “Il mio auspicio – prosegue Mattarella – è che, attraverso il dialogo, le nuove generazioni possano attutare una collaborazione per contrastare e sconfiggere la violenza e il terrorismo, realizzando una convivenza con nuovi e crescenti traguardi positivi”. Tante le occasioni di festa per raccontare il mondo ebraico italiano che però in questa domenica di settembre non dimentica la solidarietà a una città segnata dalla tragedia: Livorno, colpita da un violento nubifragio che ha causato diverse vittime. La Comunità locale ha sospeso le iniziative per oggi ed espresso, così come tutto l’ebraismo della Penisola, la propria vicinanza alle famiglie delle vittime.
Tornando all’inaugurazione a Palermo, protagonisti della mattinata (aperta da una visita per la città, lungo le sue tracce ebraiche – nell’immagine) assieme a Di Segni e al sindaco Orlando, – introdotti dal prorettore dell’Università di Palermo Laura Auteri – Rafael Erdreich, ministro consigliere dell’ambasciata dello Stato d’Israele in Italia, il vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana Giuseppe Lupo e rav Gadi Piperno, responsabile UCEI del Progetto Meridione. Quest’ultimo si è soffermato sull’etimologia della parola ebraica che indica la Diaspora, ovvero Golah. “In ebraico, Golah significa esilio, l’essere obbligati a lasciare la propria terra”, ha spiegato Piperno, ricordando però che il termine è anche radice di Legaloth, rivelare, scoprire. Se da una parte il popolo ebraico ha sofferto l’esilio, l’analisi di Piperno, dall’altro ha avuto la capacità di trasformare questa esperienza in positivo, rivelando e mantenendo la sua cultura e identità nella società dominante; dando un apporto essenziale allo sviluppo di quest’ultima, integrandosi e riscoprendosi. Un rivelarsi e scoprirsi che è il cuore di questa giornata dedicata alla cultura ebraica, “un appuntamento consolidato di vitale importanza”, ha ricordato Erdreich. Ma anche un’occasione per dare un messaggio alla società intera, come ha ricordato la presidente UCEI nel suo applaudito discorso: “la tematica della Diaspora, sollecitata dalla Giornata Europea della Cultura Ebraica, è oggi anche la tematica dell’integrazione”, ha affermato Di Segni in riferimento alle centinaia di migliaia di persone in fuga da Africa e Medio Oriente che arrivano in Europa. Abbiamo il dovere, ha continuato la presidente, “come individui e collettività, di venire incontro a chi ci chiede aiuto, con il fondamentale supporto delle Istituzioni nazionali, europee e internazionali dalle quali ci si aspetta di volere e saper gestire un fenomeno complesso e drammatico. Fenomeno che non può restare nel solo alveo dell’umanitaria benevolenza o al contrario terra di strumentalizzazioni per nuovi predicatori dell’odio. Può e deve essere gestito. Con determinazione e con l’Europa tutta. Con un impegno quotidiano di un’integrazione culturale, da parte nostra e anche da parte di chi decide di rimanere nella nostra terra e di vivere in questo Paese. Integrazione non vuol dire assimilazione o perdita della propria identità ma significa relazionarsi con la cultura, le leggi e le regole del Paese che prima ci ospita e poi ci accoglie come nuovi cittadini”.
Daniel Reichel @dreichelmoked