maturità…

Le due sezioni più corte della Torà, Nitzavìm e Vayelekh, si leggono spesso insieme e quasi sempre nell’ultimo Shabbat dell’anno, quello che precede il Rosh Ha-Shanà. Il paradosso è che Nitzavìm significa stare fermi, mentre Vayelekh significa andare, camminare. Il popolo ebraico che sta andando in Terra di Israele per costruire un nuovo progetto viene invitato a fermarsi, “Attém Nitzavìm”, “Voi starete fermi…” (Devarìm, 29;9). Viceversa, Moshè, che è costretto a fermarsi nel cammino verso Eretz Israel, è colui che va, che cammina, “Vajelekh Moshè”, “Moshè andò…” (Devarim, 31;1). Chi viene sollecitato a muoversi è bene che ogni tanto si fermi a pensare e ad ascoltare, chi invece sente bloccato il proprio cammino deve continuare ad andare avanti fino al limite concesso. Mi sembra questa una sollecitazione significativa per proiettarci con senso di maturità verso un nuovo anno.

Roberto Della Rocca, rabbino

(12 settembre 2017)