Tutti i frutti di Erez Israel
Apro le finestre con il sorgere del sole. Nel frutteto già si sente il rombo dei trattori. È iniziata la raccolta delle mele. Gli alberi sono carichi di Golden, Granny Smith e Pink Lady. Davanti all’altra finestra c’è il boschetto degli ulivi. Quando abbiamo costruito le nuove case molti alberi sarebbero stati abbattuti. Cosi sono stati trapiantati e raccolti tutti insieme e ora mostrano orgogliosi le loro olive che attendono la prima pioggia per darci l’olio che verrà servito nella sala da pranzo del kibbutz per tutto l’anno a venire. Anche i fichi maturano in questi giorni “Chi custodisce il fico mangerà i suoi frutti” (Prov. 27:18). Gli alberi del Bustan, il giardino antico che sorge sulla collina da molto prima che arrivassero i pionieri a fondare il kibbutz, non li abbiamo piantati noi. Ma li custodiamo con rispetto e dai campi, dalle colline e dalle terrazze delle case della Galilea, grappoli enormi di uva ammiccano al sole. Tutto matura, cresce, si riempie di sapore e di dolcezza. Per accogliere l’anno a venire.
Edna Angelica Calò Livne