FESTIVAL – Pordenonelegge, un successo per il territorio
Tutto esaurito a Pordenone nonostante il maltempo, che fra un incontro e un altro ha spinto il pubblico ad affollarsi nelle librerie del festival. La “festa del libro con gli autori” ha mostrato in questa edizione come esista un popolo di lettori in grado si selezionare con cura temi, autori, i strumenti di crescita culturale. In una città a vocazione manifatturiera Pordenonelegge, con le sue ‘prime’ 18 edizioni, si è attestata quale elemento economico prezioso per il suo territorio, un festival a redditività altissima a dimostrazione che la cultura genera economia, dato riconosciuto finalmente anche a livello di governance. L’edizione 2017 si chiude con il 50% di fundraising del settore privato e con oltre 1800 Amici di Pordenonelegge che optato per un crowdfunding a sostegno della cultura.
È Gian Mario Villalta, direttore del festival, a spiegare con orgoglio il valore e l’importanza – studiata e riconosciuta – della ricaduta economica della sua creatura: “Il nostro territorio una volta era conosciuto per le lavatrici Zanussi, oggi lo è per Pordenonelegge”. Nato su committenza della locale Camera di Commercio che con lungimiranza quasi venti anni fa seppe cogliere il valore tuttora crescente che avrebbero saputo esprimere i festival culturali, il festival si avvia oggi alla conclusione. Il tempo non favorevole come hanno sottolineato le edizioni locali di Messaggero Veneto e Gazzettino nei loro speciali dedicati al festival ha contribuito a far affluire un pubblico forse meno numeroso ma di qualità, che ha affollato gli oltre trecento incontri, con circa 500 ospiti. La collocazione periferica nulla toglie all’attrattiva di un festival che negli anni si è saputo affermare grazie all’attenzione e all’intelligenza con cui Villalta, insieme ad Alberto Garlini e Valentina Gasparet, gli altri due curatori, costruisce ogni anno il programma e grazie alla passione e alla competenza con cui Michela Zin guida la Fondazione omonima. E non vanno dimenticati gli altri elementi che permettono il successo di un festival che è anche un ottimo investimento, non solo di immagine: un recente studio della Bocconi ha mostrato come ogni euro investito ne faccia arrivare sette al territorio, una prova che Camera di Commercio così come Comune e Regione Friuli Venezia Giulia ci avevano visto giusto. Ci sono gli sponsor, e gli Amici di Pordenonelegge, i giovani volontari (gli “angeli” che contribuiscono a far funzionare tutta la macchina organizzativa e soprattutto il pubblico, che supera abbondantemente e ormai da diverse edizioni le centomila presenze – i dati di questa edizione non sono ancora stati comunicati – tra cui tantissimi giovani, per i quali viene studiato un programma cui partecipano numerose le scolaresche, e l’evidentissimo coinvolgimento di tutta la città. Non c’è vetrina che non contenga almeno un riferimento al festival, ai suoi colori e quest’anno all’asino di cui molto si è scritto, simbolo di determinazione e cocciutaggine, e dell’impegno con cui porta a destinazione carichi pesanti. Vetrine invase da asini di peluche, scritte ironiche, decorazioni gialle e nere – e negli scorsi anni erano gatti, pannocchie, papere e rotelle di liquerizia – a mostrare come oltre che di un pubblico che arriva anche da molto lontano Pordenonelegge sia soprattutto una grande occasione per una città che ha saputo con molta determinazione cogliere le possibilità offerte dalla cultura e dalla carta stampata.
a.t. twitter @ada3ves