Livelli di guardia Un futuro da conquistare
Questo 5778 che sta per aver inizio sarà per le istituzioni dell’ebraismo italiano l’anno di decisioni che lasciano il segno.
Il mondo ebraico è disorientato, insufficientemente preparato ad agire in un contesto dove le vecchie divisioni fra conservatori e progressisti hanno ormai scarso significato e diviene invece necessario confrontarsi con un fronte di globalisti e internazionalisti contrapposto al risorgere di una forte componente nazionalista e qualunquista. Ma al di là dei grandi problemi globali, l’agenda dell’ebraismo italiano è gravata da specifici nodi irrisolti.
La crisi dei valori e delle idee
L’ebraismo italiano fatica sempre di più a definire quale messaggio vuole effettivamente trasmettere alla società circostante, quale ruolo vuole assumere nell’Italia di oggi. La situazione consiglia di non accontentarsi più di idee generiche e di espressioni consuetudinarie, ma di definire un contenuto specifico, chiaramente percepibile da tutti gli italiani. Limitarsi a iniziative riservate ad ambiti ristretti, riprodurre frammenti di discorsi tratti dal patrimonio del passato, in una società dove i comuni cittadini sono pressati da problemi nuovi e gravi, significa semplicemente certificare la propria marginalità.
La crisi della Memoria della Shoah
La percezione della Memoria si è enormemente deteriorata in questi ultimi anni. La distanza crescente nel tempo, la scomparsa degli ultimi Testimoni e la pericolosa tendenza alla ritualizzazione e all’istituzionalizzazione corrono il rischio di privare la Memoria del suo ruolo di funzione necessaria della vita e di relegarla a una dimensione meramente formale. Nell’anno che verrà il nostro Paese assumerà la guida dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) e tutti noi avremo l’occasione di contribuire per ridefinire e preservare la Memoria viva.
Le nuove generazioni
Le scelte dei più giovani, che in gran numero lasciano l’Italia, parlano da sole. Una politica credibile non può reggersi sugli ammiccamenti di iniziative di svago e intrattenimento. Deve passare da un’azione seria per creare nuovi posti di lavoro e quella intensa formazione che sola può garantire un accesso all’attuale mercato del lavoro.
Le risorse economiche
L’afflusso sempre più precario delle risorse dell’Otto per mille, peraltro comunque insufficienti, ha finito per impigrire le intelligenze e impedire una presa di coscienza di cosa sono le risorse, da dove vengono, come si reperiscono. La progettualità non dovrebbe solo costituire la misura di un insostenibile fabbisogno economico, ma anche il motore per raccogliere i finanziamenti necessari.
Il ruolo dell’informazione
Ognuno dei temi precedenti può essere letto attraverso le diverse percezioni che gli ebrei italiani e i loro amici si vanno formando rispetto al problema dell’informazione e di conseguenza anche ai destini del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche e dei notiziari realizzati dalla redazione. Chi vuole adattare l’animo dell’ebraismo italiano alle strettoie della propaganda e della demenza digitale, chi non crede all’utilità di un’informazione libera e professionale, corre il rischio di lasciare dietro di sé disastri e problemi di catastrofiche dimensioni. Per essere fedeli alla nostra missione e all’eredità spirituale che abbiamo preso in consegna dobbiamo dimostrarci capaci di parlare chiaro e serenamente, di essere aperti e contemporaneamente aderire alle tradizioni. Di guardare, nonostante tutto, con fiducia al domani.
Da oltre due millenni gli ebrei italiani si sono assunti il compito di comunicare un messaggio di coesione nella diversità, di fedeltà ai valori, di tolleranza e ferma opposizione a ogni prevaricazione, di amore per Israele, di fiducia che, nonostante i piccoli numeri, grandi ideali e grandi idee possano affermarsi.
Lasciare da un canto la propria vocazione originaria non sarebbe solo una grave distorsione, ma anche il tragico errore di imboccare una via senza ritorno di povertà e marginalità.
Guido Vitale, giornalista
(Pagine Ebraiche, settembre 2017)