New York – Iran e pace con i palestinesi
L’agenda di Netanyahu all’Onu

Due incontri importanti per il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in queste ore a New York per partecipare all’Assemblea generale dell’Onu: prima il vis-a-vis con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump poi l’incontro – di grande rilevanza perché per la prima volta pubblico – con il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Al centro dei due vertici, la minaccia iraniana e la questione dei negoziati di pace con i palestinesi. A tirare fuori il tema dell’accordo nucleare, definendolo “terribile”, è stato soprattutto Netanyahu, che ha chiesto a Trump di mettere mano alla questione. Di contro, il presidente Usa, che ha più volte criticato aspramente l’accordo siglato dal suo predecessore con Teheran, non ne ha quasi fatto menzione, concentrandosi invece sul tema dei palestinesi: “Credo davvero che abbiamo una possibilità. – ha detto Trump parlando ai giornalisti dell’accordo di pace, con al suo fianco Netanyahu – Penso che Israele e i palestinesi vorrebbero vederlo. E posso dirvi che l’amministrazione di Trump vorrebbe vederlo. Per questo stiamo lavorando molto; vedremo cosa succede. Storicamente, la gente sostiene che non possa accadere. Io dico che è possibile”. E a lavorare in questa direzione c’è anche l’Egitto, come conferma la fotografia della stretta di mano tra Netanyahu e al-Sisi: un’immagine che ha fatto il giro del mondo perché immortala il primo incontro pubblico tra i due. Come spiega Avi Issacharoff, giornalista di Walla e Times of Israel, questo inedito incontro alla luce del sole rappresenta l’attuale forza di al-Sisi, “che si sente abbastanza sicuro della propria posizione in Egitto e nel mondo arabo da rivelare pubblicamente che un evento di questo tipo (l’incontro con Netanyahu) abbia avuto luogo”. Una comunicato dell’ufficio di al Sisi ha detto che i colloqui si sono concentrati sulla “ripresa dei negoziati fra israeliani e palestinesi per raggiungere una soluzione completa”. I due hanno discusso “i modi per riprendere il processo di pace e stabilire uno Stato palestinese”, si legge nella dichiarazione. Nei 90 minuti di colloqui, scrivono i media israeliani, probabilmente si sarà parlato anche delle relazioni diplomatiche tra i due paesi e del coordinamento sul fronte della sicurezza in particolare nella penisola Sinai, minacciata dai gruppi affiliati all’Isis.
Di antisemitismo e dell’impegno del governo di Roma nel contrastarlo ha invece parlato il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano durante il suo incontro con il direttore esecutivo dell’American Jewish Committee, David Harris, e con altre associazioni ebraiche, a margine dell’Assemblea Generale. “Sono sinceramente preoccupato per il diffondersi dell’antisemitismo, della violenza e dell’intolleranza su base religiosa. Non possiamo tollerare l’intolleranza”, ha dichiarato Alfano, ricordando di aver avviato, lo scorso luglio, un Osservatorio sulla libertà di religione nel mondo e sul rispetto della libertà religiosa. “Non si deve confondere la libertà d’espressione con la libertà di spargere odio, perché la storia ci ha già impartito troppe lezioni tragiche”, ha aggiunto il ministro.
“Israele è un alleato e conto anche sulla vostra amicizia per rafforzare le relazioni bilaterali tra i nostri due Paesi, specialmente in termini di contatto tra le nostre società civili. Oggi, Italia e Israele condividono una missione: sono i moderni protettori di democrazia, pluralismo, diritti umani e tolleranza nella regione mediterranea”, ha concluso il titolare della Farnesina.

d.r.