Sukkot…

(Lev. 23): “Nelle capanne risiederete per sette giorni… perché le vostre generazioni sappiano che in capanne ho fatto stare i figli d’Israele, quando li ho trattati dalla terra d’Egitto”.
Dal punto di vista storico, secondo Rabbi Akiva (Succah 11b), Sukkòt ricorda le capanne che i nostri antenati costruirono durante la loro permanenza nel deserto. La ragione sta nel voler sottolineare la precarietà dell’uomo sulla terra: uscire dalla propria casa stabile per risiedere in un posto precario, essendo parte (e non al di sopra) del mondo naturale creato da D-o, al fine di rivivere la condizione dei nostri padri nel deserto: ciascuno deve considerare se stesso come se oggi fosse nel deserto sotto la capanna, vedendo il cielo stellato, in balia degli eventi atmosferici.
Dal punto di vista spirituale, secondo Rabbi Eliezer (Succah 11b), la Succà ci ricorda anche le Nuvole di Gloria Divina protettrici che circondavano il popolo ebraico nel suo peregrinare per quaranta anni nel deserto, nel viaggio verso la Terra Promessa, non facendogli mancare mai di nulla: la percezione diretta della Presenza Divina.
In apparenza queste due letture potrebbero sembrare distanti: una dimensione storica legata al ricordo della vita precaria nel deserto; e una dimensione spirituale, esistenziale, legata alla protezione diretta della Presenza Divina.
In realtà, queste due dimensioni non sono molto distanti e non appartengono al passato: sono parte di un unico processo, anche per noi qui ed ora. Prima di tutto gli ebrei furono costretti a risiedere nelle capanne affidandosi, nella totale precarietà dell’imprevedibilità degli eventi naturali, confidando nel Creatore; solamente superando questa prova di fede, D-o si rivelò al popolo attraverso la Nube della Gloria Divina per redimere tutto il popolo.
Oggi come in passato siamo tenuti a trovare D-o nascosto dietro l’apparente casualità degli eventi naturali (miracolo nascosto; HaTevah, Natura, ha lo stesso valore numerico di Eloqim, D-o Creatore), confidando nel Creatore; solo successivamente saremo in grado di godere della Rivelazione e della Protezione della Gloria Divina in modo manifesto e meriteremo la Redenzione Finale.

Paolo Sciunnach, insegnante