Da Firenze a Gerusalemme,
nel segno del rav Cassuto
Da Firenze a Gerusalemme. Segue questo itinerario il convegno in svolgimento nel capoluogo toscano, nell’aula magna del rettorato, in onore di Umberto Cassuto. Rabbino, storico ed ebraista di fama internazionale. Personalità di spicco della cultura del suo tempo, la cui eredità è ancora oggi significativa nel mondo ebraico e nel solo. Un contributo che rivive nelle parole dei tanti relatori oggi protagonisti a Firenze ma anche nei contenuti dei volumi della Rassegna Mensile di Israel a lui dedicati, appena usciti con il coordinamento di Angelo M. Piattelli e Alexander Rofé. Ad aprire il pomeriggio di studi, che nell’intenzione degli organizzatori vuol essere un punto di partenza per ulteriori approfondimenti, anche rivolti a quelle nuove generazioni cui Cassuto dimostrò di tenere particolarmente, i saluti del magnifico rettore Luigi Dei; e inoltre le parole di Sara Funaro, assessore del Comune di Firenze; Nicholas Brownlees, direttore del Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi Interculturali dell’ateneo fiorentino; Sara Cividalli, consigliera dell’Unione delle Comunità Ebraiche; Dario Bedarida, presidente della Comunità Ebraica di Firenze; Alberto Boralevi, Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia.
L’approfondimento sulla figura di Cassuto entra poi nel vivo con alcuni qualificati interventi, introdotti e moderati dalla professoressa Ida Zatelli (che del convegno è ideatrice e animatrice). A confronto, oltre a Rofé, il direttore del Collegio Rabbinico Italiano rav Riccardo Di Segni e David Cassuto, architetto e nipote di Umberto. Il suo quindi uno sguardo sia all’insigne figura di studioso che lasciò una traccia formidabile nella sua epoca sia a quella di nonno generoso e disponibile. Un nonno tra l’altro costretto a confrontarsi con il dolore più atroce: la morte del figlio Nathan, rabbino capo di Firenze sotto il nazifascismo, che fu deportato e ucciso durante la Shoah. A seguire, in una seconda sessione, gli interventi di rav Gianfranco Di Segni, Direttore della Rassegna Mensile di Israel; Angelo M. Piattelli, Rassegna Mensile di Israel, Gerusalemme; Bruno Di Porto, Università degli Studi di Pisa; Alberto Cavaglion, Università degli Studi di Firenze.
Nato a Firenze nel 1883, Umberto Cassuto si laurea nel 1906 e ottiene tre anni dopo il titolo rabbinico. Divenne rabbino della sua città nel luglio 1922, subito dopo la morte del rabbino Margulies. Nel 1925 lascia l’incarico (unitamente a quello di direttore del Collegio Rabbinico), per diventare professore di lingua e letteratura ebraica presso l’ateneo fiorentino; nel 1933 ottiene la cattedra di ebraico e lingue semitiche alla Sapienza. Nell’allora Palestina mandataria, dove arriva dopo la promulgazioni delle Leggi Razziste da parte del fascismo, che lo costringono a lasciare l’Italia, viene invece nominato ordinario alla cattedra di scienze bibliche presso l’Università ebraica di Gerusalemme. Una vita, la sua, interamente dedicata allo studio, all’insegnamento, alla cultura. Una vita esemplare, in parte riscoperta. E in parte ancora da riscoprire.
Aiuteranno senz’altro le molte iniziative annunciate oggi a Firenze per gli 80 anni delle Leggi della vergogna.
Di seguito alcuni stralci dal numero della Rassegna Mensile di Israel dedicato a Cassuto
Una lacuna che si viene a colmare
L’idea di proporre al pubblico italiano una scelta di saggi di Umberto Cassuto sulla Bibbia ebraica è stata concepita da Alexander Rofé, il più giovane dei suoi allievi, oggi professore emerito di Bibbia all’Università ebraica di Gerusalemme. La proposta è stata sostenuta da David M. Cassuto, uno dei nipoti di Umberto, che ha seguito da vicino il nascere e lo sviluppo di questo progetto, fornendo consigli e suggerimenti. Infine il comitato di redazione della rivista, e in particolare la redazione israeliana, hanno entrambi accolto l’iniziativa con favore, invitando diversi studiosi ad arricchire il volume con contributi dedicati alle vicende biografiche e alla personalità di Cassuto, così come ai temi di ricerca che furono di suoi interesse.
L’opera di Cassuto viene presentata non limitata alla sola sfera degli studi biblici, fulcro principale della sua attività culturale, ma ampliata all’intero orizzonte della sua produzione scientifica. Nonostante ciò, per la particolare genesi di questa raccolta, la sezione che raccoglie gli scritti di Cassuto sugli studi biblici ne costituisce la parte più sostanziosa. Ciò, in qualche modo, rende giustizia allo studioso, le cui ricerche di critica biblica, in passato, non sempre sono state apprezzate appieno tra gli ebrei d’Italia, e sono tuttora poco note.
È spesso arduo e talvolta persino ingiusto selezionare tra la vasta produzione scientifica di uno studioso di fama mondiale un modesto numero di scritti, per di più di taglio differente, che lo possano rappresentare degnamente. Ancor di più lo è nel caso di Cassuto, il cui apporto agli studi ebraici nell’arco di un cinquantennio di intensa attività risulta particolarmente fecondo e variegato.
Nei limiti degli spazi a disposizione si è affiancato alla nutrita mole di saggi sulla Bibbia apparsi originariamente in disparati periodici, pubblicazioni e Festschriften, testi sul giudeo-italiano e sulla storia e la letteratura degli ebrei d’Italia, ma anche interventi pubblici di carattere programmatico meno noti, prodotti nel quadro del dibattito culturale stimolato dai movimenti giovanili ebraici degli inizi del Ventesimo secolo.
In questa sede si propone dunque uno strumento ricco di materiali utili per riconsiderare una delle figure più brillanti dell’ebraismo italiano del Novecento e per rivisitare un’esperienza culturale e umana originale e significativa. La presente raccolta, corredata da studi e documenti, offre altresì l’occasione di ripercorrere l’iter scientifico di Cassuto, nonché di tracciare un bilancio del suo contributo e di valutare lo stato attuale degli studi ebraici da lui coltivati.
Dalla sua prematura scomparsa nel dicembre del 1951 sino ad oggi sono apparsi cinque volumi miscellanei sullo studioso fiorentino, taluni commemorativi, altri incentrati sugli argomenti a lui cari, gran parte in lingua ebraica, ma mai uno studio approfondito in italiano.
Ugualmente sono state pubblicate due raccolte di scritti di Cassuto sulla Bibbia ebraica e il Vicino Oriente antico, sia in ebraico che in inglese. Un’antologia di articoli di Cassuto, tra i quali alcuni mai tradotti prima in lingua italiane, era finora un desideratum.
Il fascicolo doppio de ‘La Rassegna Mensile di Israel’ viene dunque a colmare una lacuna e si giustifica anche per una seconda ragione. Per la prima volta si è qui fatto ampio uso della documentazione raccolta nell’archivio privato di Cassuto, depositato presso la Biblioteca Nazionale d’Israele a Gerusalemme. Sino ad oggi, all’infuori di alcuni saggi che hanno indagato il codice di Aleppo e altre questioni testuali bibliche, l’archivio Cassuto non è mai stato studiato adeguatamente.
Angelo Piattelli
Illustre figlio di una stagione straordinaria
Cassuto fu figlio di quella vivida e ferace stagione della cultura ebraica fiorentina, ma più in generale di tutta la cultura fiorentina, che vide i primi due decenni del Novecento rifulgere e riscaldare le fucine del sapere solo per essere estinte dal fascismo e dalla catastrofe che esso portò. Figlio di tipografi, la Galletti e Cassuto era l’azienda di famiglia, ricevette dai suoi genitori, molto osservanti, lo sprone allo studio e l’amore per la tradizione religiosa. Cassuto entrò nel Collegio Rabbinico nel 1889, l’anno stesso in cui questa istituzione fu trasferita a Firenze, e vi intraprese i suoi studi.
Suoi maestri furono tra gli altri Samuel Hirsch Margulies e Hirsch Perez Chajes, figure di spicco dell’ebraismo italiano, cui si deve la diffusione in Italia dei principi della Wissenschaft des Judentums.
Margulies fu elemento propulsivo di una vera e propria rinascita dell’ebraismo fiorentino, che assunse anche le forme di un risveglio degli studi talmudica e post-biblici più in generale. Formò un nutrito gruppo di giovani, tra cui Cassuto, Elia S.Artom e Alfonso Pacifici, per nominarne solo alcuni, che plasmarono l’ebraismo fiorentino del tempo. Fu il principale promotore del sionismo in Italia e non casualmente Firenze ne divenne il centro. Cassuto vi aderì con entusiasmo. Margulies fondò la ‘Rivista Israelitica’. In questo rinnovato clima nel 1921 sorse la casa editrice Israel, cui si deve la diffusione assai precoce in Italia degli scritti di Martin Buber e di Shemu’el y. Agnon.
Se la frequentazione di Margulies e del Collegio Rabbinico lo aveva introdotto alla tradizione religiosa ebraica, Cassuto si formò anche nelle scuole italiane. Il 5 novembre 1902, dopo aver conseguito la licenza al Liceo Michelangelo (a tutt’oggi uno dei principali licei classici di Firenze), s’iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Istituto di Studi Superiori; qui acquisì quei solidi e rigorosi strumenti propri dell’educazione umanistica e liberale che, uniti alla sua formazione tradizionale ebraica, avrebbero dato vita a un peculiare connubio, ben osservabile nei suoi dotti studi. Ebbe come maestri Guido Mazzoni (italianistica), Ernesto Giacomo Parodi (filologia e linguistica), Pio Rajna (filologia romanza), Girolamo Vitelli (papirologia e filologia classica), Achille Coen e Pasquale Villari (storia). Dell’entusiasmo con cui i giovani seguivano questi maestri sia nel ramo scientifico sia nel ramo umanistico ci offre una testimonianza Eugenio Garin.
“E su tutto la grande poesia, allorché Girolamo Vitelli leggendo l’Agamennone faceva sparire le squallide mura di San Marco, e i suoi scolari vedevano solo la porpora del tappeto di Clitemnestra: quegli scolari che si chiamavano Carlo Michelstaedter, Renato Serra ed Emilio Cecchi, che venivano dalla Puglia e dalla Sicilia, da Trieste e da Trento, in una città segreta e difficile e pure così umana che non sai mai dire dove l’arte finisce e comincia la natura ed ogni paesaggio è così carico di storia da sembrare tutto opera dell’uomo”.
Molti studenti giungevano anche dall’Europa Centro-Orientale fuggendo da situazioni di oppressione e persecuzione, attratti dalla liberalità dell’Ateneo fiorentino. Molti di questi esuli erano ebrei e convergevano in buona parte a Firenze, anche per la presenza in città del Collegio Rabbinico.
Ida Zatelli
Lo studio per definire la propria identità
Il 29 ottobre 1911 si apriva a Firenze il primo Convegno giovanile ebraico. Dopo l’esperienza del movimento Pro cultura, il rilancio del Collegio Rabbinico fiorentino operato da Margulies e la fondazione nel 1910 de ‘La settimana israelitica’, l’organizzazione del convegno forniva l’occasione per un momento di incontro e di riflessione a quella circoscritta ma qualificata sezione della gioventù intellettuale ebraica italiana influenzata dal sionismo e in possesso, sovente, di cultura rabbinica. Lunedì 30 ottobre Umberto Cassuto presentava una relazione sul tema Per una storia degli ebrei in Italia. Il contesto e il personaggio conferivano all’argomento trattato un significato e un valore particolari. Tra questi giovani, Cassuto aveva già un ruolo di rilievo: dal 1906 insegnava al Collegio Rabbinico fiorentino, ove nel 1909 conseguiva il titolo di chakham. L’8 luglio 1906 si laureava in Lettere al R. Istituto di Studi Superiori di Firenze con una tesi sulla storia degli ebrei di Firenze, per poi perfezionarsi in lingue semitiche. Come è stato osservato, il giovane Cassuto ‘compì studi umanistici dalla forte impronta liberale, sostenuti da una solida metodologia filologica e dalla critica testuale storico-scientifica’, in uno dei maggiori centri europei per lo studio dell’orientalistica; tra i suoi maestri vi erano Guido Mazzoni, Achille Coen, Fausto Lascino, Bruno Teloni. Contemporaneamente, nel Collegio Rabbinico fiorentino, che si ispirava alla Scienza del Giudaismo, assorbiva la lezione, oltre che di Margulies, di Hirsch Peres Chajes. Attraverso queste prime esperienze di studio, Cassuto gettava le basi di una formazione solida e originale, che conferiva un ruolo di rilievo alla conoscenza della storia come disciplina rigorosa e come fonte necessaria nella definizione dei contenuti dell’identità, argomenti che affioravano nitidamente nel suo discorso al convegno giovanile, che si affiancava alle parole, spesso nuove e vibranti, pronunciate dagli altri relatori. Nel comunicare la sua adesione al progetto del convegno affermava:
“Io poi sono tanto maggiormente lieto della iniziativa di codesto pregevole periodico, in quanto che vedo in essa la possibilità di effettuare quello che da tempo era un mio sogno. È senza dubbio da un lato dovere imprescindibile degli ebrei italiani, dall’altro mezzo efficacissimo per plasmare ebraicamente la coscienza della giovine generazione, lo studio degli ebrei nel nostro paese, per il quale già parecchio è stato fatto, ma di gran lunga il più e migliore è quello che rimane da farsi, né è opera che possa compiersi con le forze di un solo, né in breve volger di tempo, ma richiede l’attività collegata e coordinata di molte persone, quale è quella che potrebbe esser fornito da una unione della gioventù colta tra gli ebrei d’Italia. Del resto mi riservo di chiarire e concretare questo mio progetto nel convegno che confido si farà” (La Settimana Israelitica).
Nella lettera del ventottenne studioso fiorentino già apparivano delineati con sufficiente chiarezza i motivi ispiratori e i fini del suo disegno, in linea con l’impostazione complessiva del convegno.
Nella sua relazione Cassuto chiariva, anche in rapporto ad altre posizioni espresse in quell’occasione, il ruolo da lui attribuito allo studio della storia nella definizione dell’identità.
“Studio ed esame che non solo ci porgeranno soccorso a chiaramente delineare quel che dobbiamo proporci di essere, ma varranno pur anno a farci meglio comprendere quel che attualmente siamo”.
Mario Toscano
(2 ottobre 2017)