“Preghiamo per le vittime a Las Vegas”
Sono oltre cinquanta i morti e più di 400 i feriti dell’attacco compiuto a Las Vegas nella notte (ore 22 locali). Ad aprire il fuoco contro il pubblico di un concerto di musica country sulla Strip di Las Vegas, un uomo di 64 anni, Stephen Paddock, poi trovato morto nella sua stanza. Non sono ancora chiare le ragioni di quella che è la sparatoria più grave nella storia degli Stati Uniti. “Le mie più sentite condoglianze alle vittime e alle famiglie delle vittime della terribile sparatoria di Las Vegas. Dio vi benedica!”, il messaggio affidato ai social network del presidente Usa Donald Trump. Su Twitter, il sindaco di Las Vegas, Carolyn G. Goodman, parte della Comunità ebraica locale, ha invitato tutti a volgere una preghiera per la città e ringraziato tutti coloro che si sono adoperati nei primi soccorsi. Istituzioni di tutto il mondo hanno inviato il proprio cordoglio agli Stati Uniti, tra cui alcune delle massime cariche dello Stato d’Israele: agli Usa “le profonde condoglianze per la tragedia di Las Vegas – ha dichiarato il portavoce della Knesset Yuli Edelstein – Siamo al fianco del popolo americano in queste ore difficili”.
Lo sceriffo del Las Vegas Metropolitan Police Department (LVMPD), Joseph Lombardo ha confermato che i feriti sono 406 e che il sospettato, Stephen Paddock, si è probabilmente suicidato subito prima che la polizia facesse irruzione nella sua stanza. Lombardo ha aggiunto che nella stanza del sospettato sono stati trovati dieci fucili, ma nessun indizio che potrebbe indicare motivazioni politiche dietro il suo attacco. L’uomo, ha affermato lo sceriffo, si trovava nella camera d’albergo fin dallo scorso giovedì.