Paragraph 175
Sotto la scure ideologica del Terzo Reich ricadde altresì l’omosessualità; il famigerato Paragraph 175 del codice penale nazionalsocialista parificava l’omosessualità a crimine perseguibile.
Paradossi lunari della Storia, numerose richieste di indennizzo morale e materiale presentate al Governo della Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest) furono respinte dai tribunali tedeschi in quanto il Paragraph 175 rimase formalmente in vigore sino al 1994.
Il 29 luglio 1937 Wilhelm “Willi” Heckmann, già attore–musicista in alcuni film muti, fu arrestato dalla Gestapo a Passau e processato per reati di omosessualità ai sensi del Paragraph 175; inviato in custodia detentiva a Dachau, allo scoppio Guerra fu trasferito a Mauthausen.
A Mauthausen Heckmann creò a un trio per allietare le serate nel postribolo degli ufficiali tedeschi nel Lager e inoltre una piccola orchestra denominata Zigeunerkapelle che eseguiva repertorio di vario genere ed era altresì assemblato per le impiccagioni che si tenevano nel Lager; il termine Zigeunerkapelle è dovuto al fatto che la prima band musicale assemblata a Mauthausen era prevalentemente costituita da Roma, sostituiti in breve tempo da deportati di formazione musicale più prettamente classica.
Lo SS–Hauptscharührer Johann Ullmann, coadiuvato dal Kapo dell’ufficio postale del Lager Georg Streitwolf, aveva il compito di coordinare eventi musicali che coinvolgessero i deportati nonché il controllo e censura sui testi del repertorio vocale e corale prodotto dai prigionieri del Lager; il ruolo di leader musicale rese Heckmann una sorta di funzionario tra i deportati nonché loro intermediario nei riguardi dell’autorità del Lager, sollevandolo altresì dai lavori più duri.
Il 30 luglio 1942 Heckmann, il Kapo Georg Streitwolf e la Zigeunerkapelle furono immortalati fotograficamente durante il corteo che accompagnò all’esecuzione capitale il prigioniero Hans Bonarewitz – fuggito e catturato – mentre i musicisti dell’orchestra, a guisa di scherno nei riguardi del fuggitivo catturato e a monito di ulteriori tentativi di fuga, eseguivano J’attendrai ton retour di Dino Olivieri e, prima e dopo l’esecuzione capitale eseguirono rispettivamente la canzoncina popolare tedesca Alle Vögel sind schon da e la celebre Modřanská polka di Jaromír Vejvoda.
Nella tristemente celebre foto, Heckmann suona la fisarmonica piccola al centro in prima fila, Streitwolf a destra della foto suona la fisarmonica grande, seguono i musicisti della Zigeunerkapelle mentre il detenuto viene tirato su un carrettino; la Zigeunerkapelle fu disciolta nel settembre 1942.
Dopo la liberazione, Heckmann non riuscì ad imporsi come musicista professionista in Germania a causa dei postumi di una grave infiammazione nervosa e dolori reumatici contratti nel Lager, passò il resto della vita suonando in hotels e ristoranti; nel 1954 inoltrò richiesta di risarcimento alle autorità tedesche per il periodo di internamento a Dachau e Mauthausen ma nel 1960 la richiesta fu respinta poiché Heckmann era stato imprigionato come omosessuale a ragione del Paragraph 175.
Nel 1933 il pianista, attore, scrittore e compositore omosessuale Martin Hoyer alias Robert T. Odeman divenne direttore del Neue Theater di Amburgo e aprì un cabaret chiuso nel 1935 dai nazisti; arrestato nel 1937 ai sensi del Paragraph 175 fu condannato a 27 mesi di carcere, liberato nel 1940, nuovamente arrestato nel 1942 e trasferito a Sachsenhausen (riuscì a fuggire nell’aprile 1945 con altri detenuti omosessuali durante una marcia forzata verso il Mar Baltico).
Da citare tra i più drammatici episodi consumati nei Lager quello del cantante, parodista, cabarettista ebreo e omosessuale ungherese Paul O’Montis alias Paul Wendel, cresciuto ad Hannover e trasferitosi nel 1924 a Berlino; specialista del Nonsensschlager (stile di canzone piena di giochi di parole e ambiguità a sfondo omosessuale), nel 1927 e 1929 registrò rispettivamente per le etichette discografiche Odeon e Deutsche Grammophon.
Arrestato a Praga nel 1939, il 30 maggio 1940 fu trasferito a Sachsenhausen dove morì poche settimane più tardi; ufficialmente si trattò di suicidio ma da alcune contradditorie dichiarazioni dei responsabili del Block trapelò una diversa realtà fatta di crudeli accanimenti nei riguardi di O’Montis tali da spingerlo al gesto estremo.
Tra i preziosi documenti fonografici di O’Montis, la sua struggente interpretazione del Kaddish [ein Ghetto–Lied] di Otto Stransky; O’Montis intona la parola “Adonai” con rara delicatezza, consapevole della forza che emana dal termine che indica il Divino.
Quando la musica si fa preghiera sulle labbra di un uomo, lenisce le ferite dell’anima mentre accadono eventi di rara bellezza; la musica scritta nei Campi è lì a darne grandiosa testimonianza.
Francesco Lotoro