16 ottobre, Memoria viva
Inizia all’alba, col suono dello shofar nel cuore del Portico d’Ottavia, la commemorazione romana del 16 ottobre 1943. Alle 5.15, negli stessi minuti in cui, in quelle strade oggi tra le più frequentate e amate di Roma, i nazisti effettuarono il rastrellamento che portò alla deportazione di oltre mille ebrei nei campi di sterminio.
Gran parte delle iniziative ruotano oggi attorno al Portico d’Ottavia, dove questa mattina autorità e Comunità ebraica (a guidare la delegazione la presidente Ruth Dureghello, il rabbino capo Riccardo Di Segni e i vicepresidenti Ruben Della Rocca e Claudia Fellus) hanno deposto una corona davanti al Tempio Maggiore e dove già ieri si sono svolte due iniziative molto partecipate: la marcia silenziosa con i Testimoni della Shoah, conclusasi con un commovente epilogo assieme ai giovani in sinagoga, e il corteo per la Memoria che guarda al futuro organizzato insieme alla Comunità di Sant’Egidio. Ospite d’onore quest’anno il presidente del Senato Pietro Grasso, che ferme parole ha usato più volte negli scorsi giorni per ammonire contro i pericoli dell’odio e dell’indifferenza. Prima in relazione all’attentato palestinese al Tempio Maggiore di 35 anni fa in cui fu ucciso il piccolo Stefano Gaj Taché e poi in merito al rastrellamento del 16 ottobre, uno dei simboli della persecuzione antiebraica in Italia.
“C’è una storia prima e una storia dopo Auschwitz” ha sottolineato il presidente Grasso, dal palco allestito a Largo 16 Ottobre. Per poi aggiungere: “Troppo pochi difesero gli ebrei, troppo pochi scelsero di non voltarsi dall’altra parte. Nel piangere le vittime e stringermi alle famiglie, sento di dover ringraziare quei pochi che hanno salvato la dignità dell’umanità”.
“Continuiamo a ricordare, perché non ci si può mai dire sicuri di avere gli anticorpi” l’appello del rav Di Segni. Parla di “memoria bussola verso il futuro” il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi. “Saremo sempre con voi per costruire un mondo senza disprezzo” il messaggio di monsignor Ambrogio Spreafico. “È un’onta aver anche solo pensato che si possa tornare a celebrare il 28 ottobre o manifestazioni nefaste come la marcia su Roma” sottolinea il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “Abbiamo il dovere di denunciare con chiarezza. Come facciamo a parlare di memoria se si dimentica la storia? La memoria è una cosa seria” afferma la presidente Dureghello.
La sindaca Virginia Raggi ha aperto il proprio intervento con un ringraziamento, per il loro coraggio, ai Testimoni dell’orrore.
(16 ottobre 2017)