Milano – Diaspora, ogni fine è un inizio
Storie di famiglia, di legami che nonostante il tempo e lo spazio si mantengono, del dolore di dover lasciare la propria terra, del coraggio di ricostruirsi una vita. Ieri a Milano, al Memoriale della Shoah, è tornato l’intenso racconto Diaspora, ogni fine è un inizio, il film interpretato dalla produttrice Marina Piperno e girato dal suo compagno di avventure cinematografiche, il regista Luigi Faccini. La pellicola è stata infatti presentata nelle sale del Memoriale milanese dagli autori, assieme al vicepresidente della Fondazione Roberto Jarach, al presidente della Commissione eventi Marco Vigevani, al presidente del LUCE-Cinecittà Roberto Cicutto. “Le famiglie raccontate in questo film dimostrano la capacità di molte famiglie ebraiche italiane, disperse per il mondo, ma capaci di mantenere un sentimento di vicinanza”, ha sottolineato Jarach in apertura, ricordando anche la propria storia personale con famigliari sparsi per il mondo, come Vera Vigevani Jarach, rifugiatasi in Argentina a causa delle leggi razziste e diventata, suo malgrado, una delle madri di Plaza de Mayo. Ad aprire il film, della durata di 4 ore e diviso in 6 capitoli, un suggestivo scorcio di Pitigliano e del suo cimitero ebraico. La scena cambia poi registro e vede al centro una foto nella quale sono raffigurate la famiglie Piperno, Sonnino, Fornari, Bises e Di Segni riunite nella casa Piperno, di Anzio, nell’autunno del 1938. “Credo che fu proprio quello il momento – racconta Marina Piperno – nel quale i componenti della famiglia decisero di emigrare in America per sfuggire alle leggi che li avevano isolati dal resto della società solo perché ebrei”. Nel film, diverse le immagini d’archivio provenienti dall’istituto Luce. “Si tratta di un lavoro che usa il patrimonio dell’istituto in modo propositivo”, ha spiegato Roberto Cicutto, che sottolineato come Diaspora, ogni fine è un inizio rappresenti un ottimo esempio di come il materiale dell’Istituto Luce possa essere usato per creare ponti tra passato e presente. Un ponte ideale che rientra anche negli obiettivi del Memoriale, che, nelle parole di Marco Vigevani, “è un luogo di Memoria e dolore ma è anche un luogo di vita proprio come recita il titolo del film di Piperno e Faccini: ogni fine è un inizio. Oltre al fondamentale ricordo della Shoah, il Memoriale vuole essere anche punto di riferimento culturale per la città, aperto, in dialogo con la società. Anche per questo abbiamo proposto al Comune di dedicare al tema del pregiudizio nel suo calendario del prossimo anno”.
Tornando alla pellicola, Diaspora, ogni fine è un inizio viaggia continuamente su due piani, quello del passato e quello del presente, rovistando nella memoria fotografica e nei documenti delle famiglie apparentate, identificando relazioni e sovrapponendole ad immagini festose di famiglie moderne e cosmopolite. In questo passaggio costante tra passato e presente, la domanda che ancora i due piani è quella identitaria: che ebrei eravamo, che ebrei siamo oggi. Un interrogativo fondamentale che, tra tutte le vicende famigliare e di popolo, rimane profondamente attuale.