Turismo e cultura ebraica, le molte sfide per il futuro
Si è aperta in queste ore, a Venezia, la conferenza internazionale intitolata “Jewish Heritage Tourism in the Digital Age”, organizzata da Beit Venezia, Jewish Heritage Europe e Rothschild Foundation Hanadiv Europe. Da oggi al 25 ottobre una trentina di relatori si alterneranno negli spazi comunitari, all’interno della Sala Montefiore, per approfondire, confrontare e discutere le tante modalità in cui può essere declinato il turismo a tematica ebraica.
Opportunità e complessità, sfide anche difficili e problemi da discutere, l’attenzione dei relatori sarà dedicata sia al turismo rivolto a un pubblico ebraico che a un pubblico non ebraico, in luoghi dove le comunità sono fiorenti e vitali ma anche dove invece restano solo tracce, musei, storie.
Dalle possibilità offerte dal digitale al rapporto con quel turismo non a tema specificamente ebraico che però percorre anche luoghi dove l’ebraismo ha lasciato un segno forte, molti sono gli argomenti di una conferenza internazionale nata sulla scia di numerosi incontri su tematiche simili che dagli anni Novanta ad oggi hanno trattato le mille sfaccettature possibili all’incrocio fra cultura e turismo, fra memoria e storia, con un occhio di riguardo anche per le possibilità economiche che giustamente ne possono derivare.
Gli ideatori e organizzatori della tre giorni culturale, Brigitte Sion (Rothschild Foundation), Ruth Ellen Gruber, (Jewish Heritage Europe) e Shaul Bassi (Beit Venezia), hanno costruito un programma che ha per obiettivi dichiarati “riunire i pensatori, i professionisti del turismo del patrimonio ebraico, ispirare la prossima generazione di custodi di siti ebraici e rafforzare una rete europea di persone coinvolte nel turismo del patrimonio ebraico; creare legami che attraversino le frontiere pur riconoscendo le specificità locali e presentare progetti innovativi e di successo che non siano necessariamente replicabili in un contesto differente, ma che possono essere di ispirazione ad altri”.
La prima sessione, dedicata alla “Interpretazione dei siti ebraici”, in corso in queste ore, è stata aperta dalle parole di benvenuto di Giuseppe Balzano, di Beit Venezia, e di Brigitte Sion, che l’ha poi moderata. Il primo relatore, Dario Disegni, presidente del Meis e della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia, ha presentato una relazione intitolata “Building up Jewish Cultural Tourism in Italy”, che ha preceduto “Promoting Jewish Heritage Tourism: Red de Juderías of Spain and Other Countries in Perspective”, di Shaul Krakover (geografo della Ben-Gurion University del Negev, Israele). Dopo di loro Anselm Hartinger, per gli History Museums di Erfurt, Germania, ha discusso di “The Alte Synagoge of Erfurt: From Community Center to Museum and Vice Versa”, per chiudere poi la prima sessione con l’intervento di Natalia Romik, docente di architettura dello University College di Londra, su “Post-Jewish Architecture of Memory within Former Eastern European Shtetls”.
Dopo una pausa la seconda sessione, dedicata al marketing dei siti ebraici, vedrà impegnati Luca Baraldi, impegnato con le sue ricerche sia a Lisbona che a Venezia, lo studioso rumeno Tudor Drambarean, Agata Radkowska-Parka dalla Polonia e l’ungherese Mariann Frank.
A concludere la prima giornata di lavori una conversazione tra Ruth Ellen Gruber e Shaul Bassi racconterà gli anni trascorsi dalla nascita di Jewish Heritage, venticinque, e quelli passati dalla pubblicazione di Virtually Jewish, che sono invece solo quindici.
Nella giornata di domani le sessioni saranno dedicate a “Mapping, trails and virtual turism”, “Managing visitors”, “Tourism as education” e “Festival Judaism – Jewish Cultural Festivals” mentre nel giorno di chiusura si parlerà di “Jewish Quarters/Network of Jewish sites”, per chiudere la conferenza con una tavola rotonda intitolata “The challenge of being a tourist attraction”.
a.t. twitter @ada3ves
(Nell’immagine, il primo panel del convegno, con l’intervento di Dario Disegni, Presidente del Meis e della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia – Foto di Baruch Lampronti)
(23 ottobre 2017)