All’Olimpico adesivi antisemiti,
la vergogna dei tifosi laziali

rassegnaLa vergognosa iniziativa antisemita di un gruppo di tifosi della Lazio, che hanno scelto di raffigurare Anna Frank con la divisa dei rivali della Roma, fa parlare giornali e opinionisti. Ferma la protesta di UCEI e Comunità ebraica romana, oggi riportata con evidenza sui principali quotidiani. Ma è anche il mondo sportivo, ai suoi vertici, a reagire con fermezza. A partire dal ministro dello Sport Luca Lotti e dal presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio. Proprio la Figc, nelle scorse ore, ha aperto un’inchiesta sui fatti (Corriere della Sera).
La Gazzetta dello Sport parla di “delirio ultrà”. Il Corriere dello sport titola: “Olimpico, caso choc”. In un editoriale sulla prima pagina di Repubblica, il direttore Mario Calabresi scrive: “Siamo tutti Anna Frank”.
“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane condanna in modo inequivocabile quanto accaduto allo stadio Olimpico di Roma, dove elementi della tifoseria della Lazio hanno per l’ennesima volta offeso la Memoria della Shoah e il mondo ebraico con espressioni antisemite. Contro questi personaggi chiediamo un intervento chiaro della Società Sportiva Lazio e delle autorità competenti” dichiara la Presidente UCEI Noemi Di Segni.
“Quello che successo è gravissimo, non va sottovalutato e credo che ci sia bisogno di una reazione molto forte e unita di tutte le forze in campo, dalle società di calcio, al Coni, alla politica: servono atti e gesti corali” afferma la presidente della Comunità romana Ruth Dureghello. Che al presidente laziale Claudio Lotito chiede di non nascondersi e “denunciare tutti”. Anche il vicepresidente della Comunità Ruben Della Rocca in una nota sottolinea come la società debba prendere provvedimenti. Dalla Lazio è arrivata in seguito una condanna dell’accaduto e l’annuncio della decisione di portare, con una delegazione guidata da Lotito, una corona di fiori (oggi a mezzogiorno) al Tempio Maggiore di Roma per ricordare le vittime dell’antisemitismo (Corriere dello sport).
“Vergogna, non andrò più allo stadio” dice il direttore del Tg5 Clemente Mimun, intervistato dal Corriere.

“Spia d’Israele”, medico condannato a morte in Iran. Ahmadreza Djalali, medico ricercatore iraniano che ha lavorato anche in Italia, è stato condannato a morte in Iran per “spionaggio” a favore d’Israele e “inimicizia con Dio”. A riferirlo è The Local, quotidiano svedese on-line. Lui attualmente vive in Svezia con la famiglia (ha due figli di 6 e 14 anni) e lavora presso il Karolinska Institute di Stoccolma, mentre in passato ha trascorso un lungo periodo a Novara. Djalali è stato arrestato il 25 aprile del 2016. Era in Iran per un ciclo di conferenze e per dieci giorni non si è saputo nulla di lui, racconta La Stampa. Poi si è scoperto che era nella famigerata prigione di Evin, nella sezione 209 controllata dall’Intelligence. Nei mesi scorsi Amnesty international ha avviato un’azione urgente e le diplomazie di Italia e Svezia hanno lavorato con l’Ue. I Radicali e Nessuno tocchi Caino contestano il processo e spiegano la strategia di Teheran: “Dopo avvocati e attivisti il regime colpisce la ricerca”. Anche i colleghi di Djalali stanno facendo pressione sul mondo politico.

Cartoons on The Bay e il dramma delle leggi razziste. Il festival internazionale dell’animazione cross-mediale e della tv dei ragazzi Cartoons on The Bay, organizzato da Rai e Rai Com che sarà a Torino dal 12 al 14 aprile 2018 ha deciso di dedicare una mostra all’anniversario delle leggi razziste. Tanti gli autori italiani che hanno aderito all’iniziativa che culminerà con la mostra “1938 – 2018 Ottant’anni dalle leggi razziali in Italia. Il mondo del fumetto e dell’animazione ricorda l’orrore dell’antisemitismo”. A raccontare il progetto, un articolo su La Stampa di oggi che pubblica anche un articolo di Amedeo Osti Guerrazzi in merito alle leggi del ’38.

Italia, Unesco e la scelte su Israele. “Parlando alla Knesset ho dichiarato che Israele non ha il diritto di esistere, come dicono tutti, ma quel paese, quella straordinaria democrazia, ha il dovere di esistere”, spiega Matteo Renzi in un’intervista al Foglio, intervenendo sul tema dei rapporti tra Israele e l’Unesco, e la scelta di Gerusalemme e Washington di lasciare l’organizzazione. “Israele – afferma il segretario del Pd -svolge una funzione straordinaria. Israele è una smart nation, anzi una star-up nation, come Shimon Peres ebbe a definirla. Quando qualcuno propone alle università italiane di fare boicottaggio nei confronti degli atenei israeliani, sappia che sta segando le proprie gambe, si sta negando il futuro, perché noi abbiamo tutto da imparare da molte delle realtà che Israele esprime. Detto questo, , ma come si può davvero pensare di uscire dall’Unesco? un esco, per dirla alla fiorentina”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked