Abramo…

Abramo, di ritorno dalla fulminea e vincente azione militare intrapresa per liberare il nipote Lot, preso prigioniero insieme a numerosa popolazione di Sodoma, incontra due personaggi fra loro molto diversi: Malkizedek re di Shalem e il sovrano di Sodoma (Genesi14, 14-24). Il primo, dall’etimologia dello stesso nome “re di giustizia”, si caratterizza per doti morali, benedice Abramo nel nome del “ D.O Altissimo”, offre pane e vino come gesto di accoglienza, che Abramo accetta, e riceve in cambio un decima dei beni del patriarca. Ben diversa è la reazione di Abramo quando gli si fa incontro il re di Sodoma, che nel racconto biblico e nell’interpretazione del midrash è espressione di crudeltà e prevaricazione di ogni forma di umana solidarietà; quando questo sovrano propone ad Abramo di prendere una parte del bottino di guerra in cambio della restituzione dei prigionieri, il patriarca rifiuta qualsiasi tipo di ricompensa materiale e di legami d’interesse con quel personaggio: “Giuro, per il Signore D.O Altissimo, padrone del cielo e della terra, che non prenderò neppure un filo né un laccio di scarpa di ciò che è tuo, sì che tu non possa dire – “io ho arricchito Abramo”. La figura di Abramo si staglia come capostipite del popolo ebraico anche perché insegna al mondo intero che la fede in D.O, come massimo riferimento di giustizia, non è un valore che riguardi solo il privato o la sfera religiosa della vita, è un valore su cui si impostano tutte le relazioni, fino ai massimi vertici dei rapporti tra popolazioni e civiltà diverse. Abramo viene benedetto dal Signore come “padre di moltitudine di popoli”, questa benedizione potrà vedersi realizzata quando troverà ampio seguito e sarà raccolto il coraggio e la coerenza di Abramo stesso, nel saper scegliere i propri alleati sulla base di valori morali e non di gretti interessi, nel rifiutare alleanze politiche ed accordi economici con quei personaggi che guidano le loro popolazioni calpestando i diritti umani e anteponendo avidità e squallidi tornaconti ad ogni forma di generosità e solidarietà disinteressata.

Giuseppe Momigliano, rabbino