Qui Torino – Fiume, crocevia di storie
Un viaggio nella Fiume del Novecento. Siamo nel 1920, in una delle tante case in stile liberty della città vivono famiglie di diversa identità, cultura e provenienza: italiani, ungheresi, ebrei polacchi, croati. Da qui comincia una storia che si dipana attraverso circa ottanta anni, durante i quali le vicende degli abitanti di via Rossini scorrono parallele a quelle della loro città, unica vera protagonista. Questo il cuore narrativo del romanzo di Silvia Cuttin Il vento degli altri (Pendragon, 2017), presentato nei locali della Comunità dal consigliere David Sorani che, assieme allo storico Claudio Vercelli e all’autrice, ha costruito un dialogo e uno scambio di riflessioni sulle vicende di una città come quella di Fiume definita spesso crocevia, cerniera tra due mondi, zona di confine, dove la storia in qualche modo ha calcato la mano e dove il suo avanzare imperterrito ha lasciato più strascichi.
Il romanzo fonde insieme elementi di fantasia con dati storici, racconti reali sfumati nell’immaginazione, fino a prendere le sembianze di un giallo. La macrostoria viene raccontata dall’autrice tramite le microstorie degli abitanti del palazzo di via Rossini 3: ed è così che le vicende della famiglia Superina di cui Elena, la voce narrante, fa parte, si legano a quelle dei Lowen, ebrei provenienti da Leopoli, poi ci sono i Nicoli, i Mikac e i Salvadori. Tutti fiumani, tutti diversi, che condividono gli spazi della vita quotidiana, dove i figli giocano tra di loro e le madri si incrociano nella tromba delle scale. Dove poi però la Storia entra senza chiedere il permesso, e, mentre tutto cambia, le vicende dei singoli personaggi, anche se a fatica, proseguono con un andamento “carsico”.
Alice Fubini