…unità
Ho ricevuto anch’io nella mia abitazione di Gerusalemme la cartolina elettorale del Comune di Milano (dove sono iscritto nel registro AIRE) per il referendum consultivo regionale per l’autonomia della Lombardia. Il Sindaco Giuseppe Sala ha inviato la cartolina al mio indirizzo a: Jerusalem – Gerusalemme. Quest’ultimo è evidentemente il nome dello stato in cui risiedo da oltre 50 anni. La cartolina mi è pervenuta un giorno prima della data del voto da espletare peraltro nel seggio elettorale di Via Messina 52 a Milano. Pertanto non ho votato. Ma mi sono chiesto come avrei votato se ne avessi avuto la voglia e la possibilità. Questa delle autonomie e delle secessioni è questione di giorno in giorno meno triviale in Europa e un parte anche negli altri continenti. Le pulsioni identitarie locali e regionali aumentano quotidianamente a spese di quelle nazionali, e questo nonostante il fatto che il mondo diventa ogni giorno più multinazionale e transnazionale. Ogni voto in più dato a un’autonomia locale è un voto in meno dato a una solidarietà più ampia, nazionale o – nella fattispecie – europea. Da un punto di vista di sostenibilità economica, tante repubblichette o perché no, tanti principati non possno certo competere con i giganti mondiali. La maggiore scala permette specializzazioni e concentrazioni di risorse che danno maggiore forza ai grandi paesi rispetto ai piccoli. Le identità d’altra parte operano su basi non necessariamente razionali. Il riflusso identitario in corso può portare rapidamente alla fine dell’idea di un’Unione Europea. È una tendenza apparentemente irreversibile che potrà essere arrestata solo se dal basso e dal vertice verrà un richiamo forte all’unità degli interessi e dei destini.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(26 ottobre 2017)