Qui Milano – Sanità, l’Italia guarda a Israele

20171024_193507L’intreccio tra la sanità italiana e israeliana, le buone pratiche, le opportunità di studio e di lavoro, le collaborazioni nella ricerca e nell’innovazione tra i due paesi. Sono alcuni dei temi toccati dai diversi relatori dell’incontro “Sanità in Israele, ricerca, innovazione e solidarietà” andato in scena martedì scorso a Palazzo Reale, a Milano, e organizzato dalla locale Associazione Italia-Israele con la collaborazione dell’Associazione Medica Ebraica e degli Amici dell’Università di Gerusalemme. Molte le persone che hanno partecipato all’incontro, moderato dal vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara, aperto dalla presentazione della professoressa Francesca Levi Schaffer, dal titolo “Tutto quello che volevate sapere sulle allergie ma non avete avuto il coraggio di chiedere”. Tanti i relatori di primo piano intervenuti – presentati da Davide Fargion, presidente dell’Ame Milano, e da Baroukh Maurice Assael, direttore del Centro Fibrosi Cistica di Verona-, tra cui Joel Zlotogora, genetista dell’Hadassah Hospital, Itzhak Avital, direttore del centro tumori del Soroka Medical Center (Beer Sheva), Isaiah Wexler, direttore del centro malattie croniche, metaboliche e disordini alimentari nell’infanzia dell’Hadassah Hospital, Simone Botti, CEO Metabomed, e Maurizio Fornari, responsabile dell’Unità Operativa Neurochirurgia. A dare il saluto di benvenuto, il presidente dell’Associazione Italia Israele di Milano, Pier Francesco Fumagalli.
“Questa serata – ha spiegato Mortara – ha lo scopo di far conoscere ad un pubblico italiano un aspetto della realtà israeliana che spesso i media non diffondono. La sanità, l’aiuto a chi ha bisogno sono stati i mezzi con i quali si è riusciti a superare la barriere e le incomprensione politiche”. Mortara ha anche ricordato “i progetti di collaborazione tra autorità palestinese istituzioni italiane e israeliane che hanno permesso la cura ed il trapianto di bimbi leucemici a Pesaro o gli interventi al cuore di cardiopatici in Veneto, poi seguiti da ospedali israeliani come pure le triangolazioni tra Hadassa, Gaza e organizzazioni internazionali per la cura di bimbi affetti da mucoviscidosi o l’assistenza offerta dagli ospedali israeliani ai feriti della spaventosa tragedia siriana”.