Comics and Jews: l’ebraismo dietro Asterix e Obelix
“Mio padre in un museo. È una frase strana, suona come una frase fatta, come il titolo di un libro di vignette umoristiche. Mio padre in un museo d’arte e di storia. Quando c’entrano l’arte e la storia mio padre è sempre coinvolto. Patito dell’una ma per nulla affine all’altra, lo vedo che sorride. Mio padre al museo d’arte e storia dell’ebraismo”. Così la scrittrice Anne Goscinny racconta le sue emozioni in merito alla mostra dedicata al padre René Goscinny – grande sceneggiatore, umorista e autore di personaggi notissimi al grande pubblico – che resterà aperta fino a marzo al Mahj, il Museé d’art e d’histoire du Judaisme (mahJ). Dalla matita di Goscinny sono nati Asterix e Lucky Luke, Obelix e Umpah-pah come racconta con diversi approfondimenti il tradizionale Dossier di novembre di Pagine Ebraiche, dedicato a Comics and Jews e curato da Ada Treves. Un numero, quello del giornalismo italiano, che non a caso esce in contemporanea con l’inaugurazione in queste ore del grande Festival del Fumetto Lucca Comics, rassegna con cui la redazione di Pagine Ebraiche ha spesso collaborato riportando alla luce storie note e non del legame tra fumetto ed ebraismo. Un legame che – si spiega nel Dossier con le parole di Anne Goscinny e Paul Salmona, direttore del mahJ – a Parigi si concentra sulle radici di Goscinny che affondano profondamente nella storia dell’ebraismo europeo. “Un ebraismo colto, cosmopolita, capace di fare la transizione dallo shtetl e da Varsavia alla nuova vita nella capitale francese senza perdersi – spiega Treves in apertura del dossier – e, anzi, sfruttando le nuove opportunità per ritagliarsi un ruolo di primo piano nell’ebraismo francese”. Nel periodo in cui a Lucca e poi a Bologna (BilBolBul, 24 – 26 novembre 2017) il mondo del fumetto è sotto i riflettori, prima di spostarsi ad Angoulême (Festival International de la Bande Dessinée, 25 – 28 gennaio 2018) e poi a Lucerna (Fumetto, 14 – 22 aprile 2018), Pagine Ebraiche ricorda anche il nuovo volume de Il gatto del rabbino, di Joann Sfarr, e di come intorno a un’idea antica, resistere, si stia raccogliendo in America un’energia potente, fatta di tanti, tantissimi artisti che mettono a disposizione, insieme a tutti coloro che si sentono di farlo, tempo, arte, e soprattutto passione. Di America e di ebraismo – o meglio dell’atebraismo – si parla anche nell’articolo a firma di Daniela Modonesi dedicato all’irriverente Mr Wiggles, l’orsetto nato dal genio ironico del disegnatore Neil Swabb. Il compagno dello scurrile Mr Wiggles, infatti, è Neil, ebreo newyorkese spesso bersaglio dell’immorale orsetto. Un rapporto che può risultare offensivo ma che inquadra con spudorato e divertente cinismo il lato più nascosto della società del presente.