Susanna Egri Erbstein, una vita
tra Grande Torino e la danza

FullSizeRender (1)La Signora della danza, Susanna Egri, 91 anni portati splendidamente ha incontrato gli ebrei torinesi in una serata promossa dall’Adei Wizo. Figlia del celebre Ernst Erbstein, l’allenatore ebreo ungherese del Grande Torino scomparso nel 1949 nella tragedia di Superga Susanna Egri ha tratteggiato con lucidità e memoria viva gli anni delle persecuzioni razziali subite dalla famiglia che ha attraversato mezza Europa dal ’39 al ’45 per sfuggire alle retate naziste
Una vita durissima fatta di nascondigli, delazioni, fughe da uno Stato all’altro, sradicamenti, cambi di paese lingue e cognome hanno forgiato in Susanna Egri una personalità forte, combattiva e responsabile nel lavoro, nella famiglia, nella società
erbstein2La straordinaria carriera di ballerina inizia sotto la guida di Nádasy dell’Opera di Budapest, si perfeziona in seguito in Francia e in USA e nel 1947 la Egri si trasferisce in Italia al seguito del padre.
Poi la tragedia di Superga, lacerante, con la morte improvvisa di Ernesto Erbstein Egri, che porta a dire alla figlia, a lui legatissima: “nel farmi una ragione ho sempre pensato che è stato meglio morire nell’aereo schiantatosi a Superga piuttosto che per mano nazista”.
Sarà la Egri ad esibirsi, il 3 gennaio 1954 nella prima trasmissione ufficiale della Rai, con una coreografia da lei stessa creata e interpretata insieme a Norman Thompson sulla musica tratta dal film di Charlie Chaplin Luci della ribalta.
susanna_egri3E poi nel 1953 fonda a Torino la sua scuola di danza che inaugura una prolifica stagione artistica sia nei teatri che nella nascente radiotelevisione italiana stagione che continua tuttora Nell’ambito della coreografia italiana contemporanea Susanna Egri rappresenta una delle forze più originali per il carattere composito dello stile e delle tematiche, che spaziano dal balletto neoclassico all’espressionismo mitteleuropeo e al folklore.
Susanna Egri ha discusso con il pubblico molti temi, tra cui l’inquietante rinascita dell’antisemitismo specie nel mondo sportivo. “Non voglio immaginare – aveva dichiarato pochi giorni fa in un’intervista televisiva a proposito della gaffe di Mihajlovic – che una persona che occupa un posto così importante non voglia rendersi conto dell’enormità di questo fatto».
Così ha concluso: “Che oggi ci sia della gente che si permetta in nome di una tifoseria che è solo imbecillità di utilizzare l’immagine di Anna Frank per uno scherno di una altra squadra è inqualificabile. È semplicemente ignoranza”.