Pericoli a confronto
A volte leggo confronti che vengono fatti sulla gravità dei due pericoli che minacciano la cultura, la stabilità e la democrazia in Europa: quello islamico e quello neofascista. A parte il fatto che è quasi privo di senso confrontare due fenomeni non misurabili talmente diversi, se proprio vogliamo fare un confronto dobbiamo mettere in luce le differenze, dato che di somiglianze ce ne sono ben poche. Uno è esterno e ha la sua origine dai paesi islamici lacerati dalle guerre, l’altro viene dall’interno di un’Europa che ha vinto il fascismo ma non del tutto, e sicuramente non a livello culturale e in particolare non a quello della cultura del potere. Il primo è collegato con una migrazione di massa di gente povera che nei paesi d’arrivo stenta ad inserirsi nel tessuto sociale e trae la sua forza e influenza dal peso numerico, non da una minaccia militare sull’Europa da parte dei paesi d’origine. L’altro pericolo è endemico e più difficile da combattere, dato che si tratta alla base di un problema educativo. Il sistema educativo va indietro e non si evolve: nelle classi elementari oggi ci sono i computer (progresso apparente) ma i bambini, forse anche per questo, vengono educati a pensare in modo meno autonomo e creativo dei loro nonni, oltre al fatto che la conoscenza ragionata della storia oggi è solo un’opzione. E si sa che su una popolazione meno e peggio educata hanno miglior presa gli atteggiamenti populisti di certi politici mossi da mire non esattamente democratiche, come si vede nella cronaca giornaliera.
Daniel Haviv
(2 novembre 2017)