Bergoglio alle Fosse Ardeatine, una preghiera per le vittime
Dopo aver celebrato la messa al cimitero americano di Nettuno, Bergoglio si è recato ieri al sacrario delle Fosse Ardeatine. Qui il “papa prega in silenzio nel luogo in cui i nazisti, il 24 marzo 1944, uccisero 335 italiani, tra i quali 75 ebrei. – scrive Gian Guido Vecchi sul Corriere – Sul terrapieno sopra l’ingresso sono piantate una Croce e una Stella di David. Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, recita in ebraico il De Profundis”. Assieme al rav, presenti tra gli altri la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. I giornali riportano poi l’annotazione lasciata da Bergoglio sul libro d’onore del Sacrario: “Questi sono i frutti della guerra: odio, morte, vendetta…Perdonaci, Signore” (Repubblica e Avvenire).
A Bonn e Berna i capolavori depredati dai nazisti. Come anticipato da Pagine Ebraiche, dal 2 novembre il Kunstmuseum di Berna con “Degenerate Art – confiscated and sold” (“Arte degenerata – confiscata e venduta”) e dal 3 la Bundeskunsthalle di Bonn con Nazi Art Theft and its Consequences (“Il furto d’arte per mano nazista e le sue conseguenze”) espongono il tesoro conservato per decenni da Cornelius Gurlitt e sequestrato a fine febbraio 2012 dalle autorità tedesche. Un patrimonio di opere, da Chagall a Picasso, che il padre di Cornelius, Hildebrand Gurlitt, sottrasse agli ebrei durante il nazismo o ottenne dopo i sequestri nei musei dell’“arte degenerata”. “Secondo quanto dichiarato da Cornelius fino alla sua morte nel 2014, – scrive il Corriere della Sera parlando oggi delle due mostre – lui non aveva mai pensato che quei quadri fossero frutto di rapina. Ora, le due esposizioni si propongono anche di ‘ricordare con rispetto le vittime degli espropri e dei furti oltre che gli artisti, collezionisti e mercanti d’arte perseguitati dal regime’, tutti o quasi ebrei. Ma solo pochissimi fra loro sarebbero stati rintracciati, e per sole 5 opere: l’ultimo caso, di appena un mese fa, riguarda il ‘Ritratto di una giovane donna seduta’ di Thomas Couture, appartenuto a Georges Mandel, politico ebreo francese assassinato”.
Parigi, fuga ebraica dalle banlieu. Lettere minatorie, bossoli di kalashnikov, scritte antisemite e pro-Isis. La percezione di una minaccia costante e la decisione obbligata, dopo 17 anni, di lasciare la propria casa a Noisy-le-Grand, a Est di Parigi. Una vicenda raccontata da Le Monde e oggi ripresa da La Stampa con protagonista, suo malgrado, una famiglia ebraica francese. “In quella casa, al minimo rumore, non si dormiva più – ha ammesso Paul, il padre della famiglia in questione -. Siamo andati via”. Una storia esempio di un antisemitismo quotidiano e ordinario, in crescita a Parigi, soprattutto nelle banlieues più popolari, scrive La Stampa: “l’antisemitismo non è una novità di oggi. In un sondaggio che era stato realizzato da Fondapol tra gli ebrei di diversi Paesi alla fine del 2013, già emergeva che la situazione era peggiore che altrove: ad esempio, il 60% temeva di essere aggredito fisicamente perché ebreo nell’anno a venire contro il 17% nel Regno Unito, il 18% in Svezia e il 34% in Germania”. Diversi poi gli episodi di feroce antisemitismo registrati in Francia, come il sequestro e barbaro omicidio del giovane Ilan Halimi nel 2006: due giorni fa, una lapide in sua memoria è stata divelta a Parigi. Ieri invece la Corte d’Assise della Capitale ha condannato a 20 anni di reclusione Abdelkader Merah, considerato istigatore del fratello Mohamed, che nel 2012 fece una strage alla scuola ebraica di Tolosa. Della Francia e il problema dell’antisemitismo scrive anche il Foglio di oggi.
Roma e l’indagine sui tifosi laziali. Il Corriere della Sera titola “Lotito ci riprova: curva Sud aperta agli ultrà biancocelesti”, raccontando che il presidente della Lazio – dopo il noto episodio degli adesivi antisemiti ritrovati all’Olimpico e messi dai tifosi laziali in curva Sud – ha deciso di aprire nuovamente agli abbonati laziali della Nord, chiusa per la seconda giornata consecutiva in casa per cori razzisti durante Lazio-Sassuolo, proprio la curva Sud. Non ci sono ostacoli di legge a questa scelta e, scrive il Corriere, “A questo punto – vista l’alta probabilità di una recidiva dopo lo scandalo degli adesivi antisemiti – la palla potrebbe passare al prefetto Paola Basilone e al questore Guido Marino che potrebbero prendere in considerazione la chiusura della curva Maestrelli (come si chiama la Sud quando la Lazio gioca in casa) per motivi di ordine pubblico proprio sulla base di quanto accaduto il 22 ottobre”. Intanto alla procura di Roma è arrivato l’esposto firmato dall’avvocato Oreste Terracini Bisazza, che contribuì come parte civile alla condanna di Erich Priebke per l’eccidio delle Fosse Ardeatine. L’avvocato invita i magistrati romani a “indagare non solo sugli autori delle affissioni, in gran parte già identificati e colpiti da Daspo, ma sugli interessi e le connivenze che si nascondono dietro azioni come queste” (Corriere Roma).
Women Wage Peace. “Vogliamo un accordo politico che rispetti entrambe le parti e non venga imposto. Ma non ci esprimiamo su quale sia la soluzione migliore, devono essere i politici a negoziare” spiega a Venerdì di Repubblica Marie-Lyne Smadja, una delle fondatrici del movimento pacifista Women Wage Peace, che chiede la riapertura dei negoziati di pace tra israeliani e palestinesi. “Questa è la prima volta che ebree, musulmane, di destra, sinistra, del centro e della periferia, religiose o no si riuniscono con un unico obiettivo”, afferma un’altra delle rappresentanti del movimento, Leah Migdal.
Segnalibro partigiano. Gian Antonio Stella (Corriere) scrive del nuovo libro di Matteo Incerti Il suonatore matto (Imprimatur) ovvero il “leggendario David Kirkpatrick, detto appunto mad piper, il ‘cornamusiere folle’ che, paracadutato il 24 marzo 1945 con il kilt a quadrettoni e lo strumento musicale scozzese sull’Appennino reggiano, partecipò tre giorni dopo alla cosiddetta ‘Operazione Tombola’. Cioè l’assalto a Villa Rossi e Villa Calvi, due antiche e nobili ville di Albinea occupate dalla Wehrmacht per ospitare la V Sezione del Comando generale tedesco in Italia e il quartier generale del Corpo alpino tedesco sulla Linea Gotica occidentale”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked