L’abuso della tecnologia
“Quando un’intera popolazione si lascia intossicare dall’abuso del telefono e perde così l’abitudine a scambiarsi lettere o visite, il difetto sta nell’uso smodato dello strumento, conviviale nella sua essenza, ma la cui funzione è snaturata da un’impropria estensione del suo campo d’azione.” Queste parole le ho estratte da “Tools for Conviviality” di Ivan Illich (1926-2002), un filosofo austriaco ebreo di nascita ma convertito al cattolicesimo, che sebbene in molti punti lasci alquanto perplesso – come per esempio, la sua accesa avversione verso la medicina moderna, la quale potrebbe anticipare alcune tesi populiste odierne, tra cui quelle no vax – ha elaborato nella sua opera anche concetti e spunti interessanti. Nella parte che ho citato Illich parla del telefono come strumento che in origine ha offerto la parola a persone lontane ma che ha finito per “pervertirsi” nel suo uso pratico. Il telefono del 1973 potrebbe tranquillamente tradursi ancora meglio nel web di adesso, un mezzo con tante potenzialità, che spesso come abbiamo osservato negli ultimi anni e come scriveva Umberto Eco da voce a “legioni di imbecilli”.
Francesco Moses Bassano