stranieri…

La parashà di Vayerà, che abbiamo letto Shabbat scorso, ci offre due modalità contrastanti di come rapportarsi allo “straniero”. Quella di Abramo caratterizzata dall’apertura e dall’ospitalità, e quella di Sodoma dalla diffidenza e dall’oppressione. Abramo che, anche da malato, corre incontro a tre forestieri nell’ora più calda del giorno, pregandoli di trattenersi a casa sua (Bereshìt, 18; 2-8).
Il modo in cui trattano gli stranieri a Sodoma è talmente diverso che Lot è costretto a sprangare la porta per proteggere i suoi ospiti dai soprusi dei locali (Bereshìt, 19; 4-7). Due modelli contrapposti che rispecchiano, da sempre, il termometro della salute di una società. Ma dal racconto della Torah si evince, in modo netto, che chi accoglie e nutre lo straniero garantisce anche la propria continuità e prosperità, mentre chi li rifiuta e li opprime, come a Sodoma, causa la sua stessa distruzione.

Roberto Della Rocca, rabbino