Italia-Israele, la scienza unisce
Centonovantuno progetti in comune, sette laboratori congiunti, 149 eventi scientifici bilaterali.
Sono numeri che rendono l’idea dell’azione svolta nel solco dell’accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica stipulato nel 2002 tra i governi di Italia e Israele.
Nel quadro dell’accordo, il Premio Rita-Levi Montalcini conferito oggi presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale allo scienziato israeliano Dror Seliktar del Technion di Haifa, chiamato negli scorsi mesi a svolgere un periodo di ricerca all’Università di Roma Tor Vergata, rappresenta un ulteriore conferma dell’incisività di questo impegno.
“Un accordo che ci sta portando lontano, anche nel nome di una grande donna che continua a ispirarci nella sfida di far progredire la società nel suo insieme” ha sottolineato il sottosegretario Vincenzo Amendola nel corso del suo intervento alla Farnesina, cui sono stati invitati tra gli altri anche l’ambasciatore israeliano Ofer Sachs, l’assessore UCEI Livia Ottolenghi e la nipote della scienziata Piera Levi-Montalcini.
“Una collaborazione che agisce su diversi fronti, coinvolgendo piccole, medie e grandi imprese. E i tanti ricercatori che si muovono tra i due paesi” ha confermato il direttore generale per la Promozione del Sistema Paese Vincenzo De Luca. E tutto questo in prospettiva “di un sempre maggior consolidamento della relazione” ha affermato il sottosegretario Angela D’Onghia.
“Novel 3D Hydrogel Scaffolds for Tissue Repair and Regeneration” il tema toccato dal professor Seliktar nel breve intervento che è seguito alla consegna del riconoscimento (giunto alla seconda edizione). A trarre le conclusioni il rettore dell’Università di Pavia Fabio Rugge.
(7 novembre 2017)