…elezioni

In questi giorni i risultati delle elezioni regionali in Sicilia hanno prodotto un ribaltone nel governo regionale, con un netto passaggio dal centrosinistra al centrodestra. La destra si è riunita attorno a un candidato e ha vinto. La sinistra si è divisa e ha perso malamente. Il risultato siciliano è di indubbio interesse per le sue possibili proiezioni a livello nazionale. Ma è di non minore interesse anche per chi segue la dinamica dei partiti politici in Israele. Le elezioni parlamentari in Israele sono ufficialmente previste per l’autunno del 2019, ma è molto improbabile che si arrivi tanto lontano senza un voto anticipato, se non di un anno per lo meno di diversi mesi. Anche a causa delle diverse e sempre più fitte indagini giudiziarie che interessano il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, i partiti si stanno muovendo e posizionando in vista di una campagna elettorale che si preannuncia molto intensa e disinibita. Non che Netanyahu intenda cedere facilmente la sua poltrona, anzi, se messo sotto accusa giudiziaria si difenderà con tutte le forze in una lunga e aspra battaglia. Ma da destra, Avigdor Lieberman e Moshe Kahlun, nessuno dei quali ama Bibi, hanno già annunciato che non entreranno a far parte di un eventuale governo presieduto da Avi Gabbay, il nuovo leader del partito laburista. Hanno fatto in questo modo un grosso favore al nuovo arrivato, attribuendogli la statura di potenziale Premier che è proprio quello di cui aveva bisogno. Ma la questione essenziale è quella della capacità dei maggiori protagonisti di creare ampie coalizioni che a priori impediscano alla controparte di formare un governo. Mentre Naftali Bennett sfida apertamente Netanyahu per la leadership della destra, e mentre Yair Lapid cerca di far capire che anche lui è destra, solamente più simpatico di Bibi, la sinistra israeliana, proprio come quella italiana, è maestra nel dividersi invece di concentrare le forze. Il partito radicale Meretz continua nella sua linea di purezza ideologica, encomiabile ideologicamente ma ricetta garantita per mantenere la sinistra all’opposizione. Gabbay e i laburisti cercano ora di guadagnare punti non al centro, dove in teoria si vincono le elezioni, bensì a destra, dove le elezioni si vincono in pratica. I partiti haredim, da parte loro, possono stare tranquilli: in ogni coalizione possibile loro ci saranno.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(9 novembre 2017)