Rav Laras (1935-2017)
“Un maestro, un’autorità in Europa e nel mondo”. Così il Corriere rende omaggio al rav Giuseppe Laras (1935-2017), scomparso ieri a Milano.
Un maestro “figlio della Shoah”, si spiega ricordando la sua drammatica salvezza e l’ultimo sguardo rivolto alla madre e alla nonna.L’amicizia del rav con il cardinale Carlo Maria Martini, viene inoltre sottolineato, “ha segnato forse il punto più avanzato del dialogo tra ebrei e cristiani”. Uno dei tanti meriti di un magistero che ha toccato vette altissime.
“Una vita per il dialogo” titola Avvenire, nel pubblicare il suo ultimo documento. Un vero e proprio testamento spirituale, dove si passano in rassegna i momenti essenziali della propria vita e dove si offrono numerosi spunti di riflessione per l’ebraismo italiano e per le sfide cui è atteso.
Scrive Davide Romano, assessore alla Cultura della Comunità ebraica milanese, sul dorso locale di Repubblica: “Ricordare il rabbino Giuseppe Laras significa parlare degli ultimi 80 anni di vita del nostro paese visti non da uno spettatore della storia, ma da un protagonista”.
“Simbolo del dialogo tra le religioni” lo loda Repubblica.
Ad andarsene è un rabbino “grande e contemporaneo”, scrive tra gli altri il Foglio.
Come reso noto dal Tribunale rabbinico del Centro-Nord Italia e dai familiari del rav, la pubblica cerimonia di commiato avrà luogo quest’oggi alle 13 davanti alla sinagoga di via della Guastalla. Alle 14.30 il feretro abbandonerà Milano per partire in serata per Israele, dove il rav sarà sepolto nella mattinata di venerdì.
All’interno di una surreale intervista al Corriere il vicepresidente di CasaPound Simone Di Stefano afferma: “Siamo stati sdoganati dai risultati elettorali, da Ostia a Bolzano, da Lucca a Lamezia Terme. Nel tempo abbiamo ospitato centinaia di politici e giornalisti. Siamo per il dialogo”. Non mancano le consuete lodi al fascismo, mentre per quanto riguarda le Leggi Razziali Di Stefano dice: “Sono state un reato gravissimo, da condannare. E un errore, perché hanno allontanato gli ebrei dal fascismo, nel quale erano protagonisti, dalla Marcia su Roma al ministro Guido Jung, fino all’esponente del Pnf Ettore Ovazza”. Ora, aggiunge l’esponente del gruppo di estrema destra, “ci dovrebbe essere un legame più forte tra la Comunità ebraica e l’Italia”. Alla domanda se ci siano ebrei in CasaPound, Di Stefano risponde: “Attualmente non saprei, in passato credo qualcuno”.
Il Corriere Roma parla dell’intenso incontro alla Casina dei Vallati sul tema “Ebrei nel calcio durante le Leggi Razziali”, promosso in occasione dell’uscita del libro Presidenti di Adam Smulevich. Un confronto in cui molteplici sono stati gli spunti d’attualità. Il Corriere riporta al riguardo le parole del vicepresidente della Comunità ebraica Ruben Della Rocca, che così si è espresso sul razzismo e l’antisemitismo negli stadi. “Tutti i club di calcio devono assumersi le loro responsabilità. Gli abbonati e i tifosi che comprano il biglietto non sono degli sconosciuti: decano lasciare le loro generalità, i tagliandi sono nominativi e gli stadi sono dotati di controlli e telecamere. Bisogna fare uno sforzo in più Federcalcio compresa”. Sempre a proposito di Sport e Memoria.
Durante l’incontro il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, ha annunciato una emozionante donazione: i guantoni appartenuti all’ebreo romano Leone Efrati, grande pugile degli Anni Trenta ucciso ad Auschwitz, esposti nella mostra sulle Leggi Razziali alla Casina dei Vallati, sono stati fatti avere ai suoi discendenti in Israele. A parlarne è il dorso regionale di Repubblica.
Sull’Osservatore Romano i passaggi più significativi di un articolo scritto da Viviana Kasam per Pagine Ebraiche in cui si raccontano alcune storie di salvezza di ebrei nel rione Monti. “Una quindicina di famiglie ebraiche in ottimi rapporti con il quartiere e anche con la parrocchia. Tanto che quando nel 1943 cominciarono i rastrellamenti – si legge – la maggior parte trovò asilo nelle case religiose e nei conventi circostanti, e anche nel cupolone della chiesa di Santa Maria ai Monti”.
Esce oggi nelle sale La signora dello zoo di Varsavia, film che racconta come due coniugi polacchi (Antonina e Jan Zabinski) salvarono, in uno zoo appunto, numerosi ebrei e perseguitati politici dall’arresto. Dice la figlia Teresa al Messaggero: “Non erano eroi ma persone oneste che hanno fatto solo quello che ritenevano giusto: ogni volta che qualcuno ha bisogno di aiuto abbiamo il dovere incondizionato di darglielo”.
Svelati i nomi delle personalità e delle realtà cui verrà conferito il prossimo Ambrogino d’oro. Nell’occasione, come spiega la stampa milanese, un attestato verrà consegnato anche alla scuola ebraica cittadina.
(16 novembre 2017)