…Ruth
Martedì scorso, 14 novembre, è mancata Ruth Bondy. Ricordo l’impressione che mi fece leggere la sua lettera aperta per “Yom ha-Shoah” uscita su Yedihot Aharonoth nel 2013, quando scriveva “dobbiamo affrontare il passato, ma per prima cosa dobbiamo pensare al futuro”. Prima era stato il suo libro, su Enzo Sereni a obbligarmi a ripensare che cosa significhi lottare contro-corrente, facendo i conti con le proprie sconfitte, spesso in solitudine, comunque in dissenso con quelli che si continuano a considerare gli amici o, più generalmente, la propria parte, consapevoli che c’è sempre un percorso da cui ricominciare, senza mollare mai. Che la terra ti sia lieve, Ruth.
David Bidussa, storico sociale delle idee