Studiare, nel nome di Alisa
Sono profondi e molteplici gli insegnamenti su come affrontare la vita, anche nei suoi momenti più difficili, anche nelle sue prove più dure e incomprensibili, che derivano dal Pirqè Avòt. Letteralmente “le massime dei padri”, un trattato di Mishnà (uno dei testi fondamentali dell’ebraismo) che è guida e punto di riferimento imprescindibile da un punto di vista etico, spirituale, morale.
Per onorare il ricordo di una giovane ragazza mancata tragicamente lo scorso anno, la 18enne romana Alisa Coen, l’Area Cultura e Formazione UCEI ha deciso di avviare un ciclo di studi incentrato proprio sui Pirqè Avot. Molti mesi di preparazione, con al fianco educatori e rabbini, che hanno coinvolto suoi coetanei di varie comunità ebraiche italiane e che hanno trovato quest’oggi il loro momento conclusivo.
Accolti al Pitigliani dal direttore dell’Area Cultura e Formazione dell’Unione rav Roberto Della Rocca, dall’assessore ai giovani UCEI Livia Ottolenghi, e dal rav Beniamino Goldstein, intervenuti in apertura di mattinata per inquadrare questa giornata e il suo profondo significato, i ragazzi stanno dando vita a una giornata particolarmente intensa di ricordo e consapevolezza. Sala gremita, emozione palpabile e un commovente abbraccio collettivo ai genitori Daniel e Sabrina.
Incisivo e fruttuoso, è stato ricordato, l’impegno di Alisa nei suoi anni di coinvolgimento nell’associazionismo giovanile ebraico. Un sorriso e un ricordo che non si spengono, ma che anzi sono continuamente alimentati.
Tante infatti le iniziative che stanno nascendo nel suo nome. A partire dall’associazione “Suoniamo insieme per Alisa” costituita nel maggio scorso per ricordarla attraverso attività di promozione e sviluppo di attività musicali che stanno coinvolgendo la scuola ebraica romana e il liceo Virgilio. Sempre ad Alisa, negli scorsi giorni, il Keren Kayemeth LeIsrael ha dedicato un bosco nella foresta di Tzorà in Israele.
a.s twitter @asmulevichmoked
(19 novembre 2017)