BIOGRAFIE Il multiforme animo di Primo Levi
Roberta Mori, Domenico Scarpa (a cura di) / ALBUM PRIMO LEVI / Einaudi
L’ uomo, prima di tutto. Lo scrittore, il chimico. L’amante della montagna, il partigiano. Il deportato. Queste e tante altre cose è stato Primo Levi (Torino, 1919-1987), personalità multiforme e ingegnosa che sapeva «cucire» molecole con le mani e ricamava parole dai suoi mondi immaginari. Il volume Album Primo Levi (Einaudi), a cura di Roberta Mori e Domenico Scarpa — con tavole disegnate da Yosuke Taki — raccoglie la storia di una vita: fotografie, documenti, scritti inediti, testimonianze rare, pezzi di esistenza appartenuti all’uomo che è stato, prima e dopo l’esperienza della Shoah. Una descrizione del «pianeta Primo Levi» in un volume scandito da un filo narrativo tematico piuttosto che biografico. Tra la vita del chimico prima, e quella dello scrittore a tempo pieno dopo, due capitoli centrali, «Carbonio» e «Auschwitz», ripercorrono gli eventi che hanno spaccato in due la sua esistenza (e quella dell’umanità intera). Senza il racconto del male estremo del Novecento, Levi (Utet ha appena mandato in libreria la biografia scritta da Ian Thomson, Primo Levi. Una vita, traduzione di Eleonora Gallitelli, pagine 818, 35) forse non sarebbe stato lo scrittore che conosciamo. Ma ci sarebbe stato un uomo — oltre la tragedia — tra i più sensibili creatori di linguaggio, pittore universale dell’animo umano.
Jessica Chia, Corriere La Lettura, 19 novembre 2017