Kasher, la Libia ebraica in tavola
“Sono della convinzione che attraverso la cucina si aprano le porte del mondo. E io il mondo lo guardo non poggiando su idee granitiche e immutabili ma con la prospettiva di farmi costantemente coinvolgere e contaminare”.
Così si raccontava Laura Ravaioli in un’intervista con Pagine Ebraiche di qualche anno fa. Punto di riferimento per migliaia di appassionati di cucina che assiduamente la seguono su Gambero Rosso Channel, la popolare chef del piccolo schermo torna adesso alla ribalta con una nuova sfida. Dopo un programma in sei puntate sulla cucina giudaico-romanesca andato in onda lo scorso anno è in arrivo una nuova serie – “Kasher” – dedicata alle tradizioni culinarie degli ebrei libici arrivati in Italia nel 1967 (il primo appuntamento lunedì 27 alle 21.30). Un modo originale per guardare ai grandi temi toccati in questa stagione di iniziative legate al cinquantenario della loro cacciata, destino che li accumunò ad altre realtà ebraiche provenienti dal mondo arabo, ma anche alla sfida allora pressante di ricominciare da zero, letteralmente reinventarsi.
“Sono andata a scuola” raccontò a Pagine Ebraiche dopo aver terminato le riprese della prima serie. Dove per scuola si intendevano le famiglie della Roma ebraica, che generosamente le avevano aperto “le porte delle loro case, facendomi entrare nelle loro cucine e nelle loro storie”. Anche questa volta le sensazioni sono simili, grazie all’accoglienza dimostrato dalle famiglie tripoline che sono state coinvolte in questo progetto, che nasce ancora una volta nel segno della collaborazione con Gambero Rosso e l’assessorato alla Cultura della Comunità ebraica romana guidato da Giorgia Calò.
Tra i punti fermi del format, alcune pillole di Halakhah (la Legge ebraica) introdotte dal rabbino capo rav Riccardo Di Segni. Mentre durante le puntate spazio a tradizioni culinarie, ricordi della Libia che fu, ma anche nuove speranze e nuovi sogni all’orizzonte. “Gli ebrei libici sono dotati di una forza d’animo straordinaria. Già lo sapevo, ma ne ho avuto un’ulteriore e preziosa conferma. Sono sicura – osserva Ravaioli – che le loro storie potranno affascinare un pubblico ampio”.
(22 novembre 2017)