…Germania
Lo scorso mese di febbraio, il giornalista tedesco Peter Kapern – corrispondente da Israele della rete radiotelevisiva ARD – mi ha intervistato su vari aspetti della società e in particolare della demografia israeliana (www.ard-telaviv.de). Fra le altre cose abbiamo fatto dei confronti fra la natalità in Israele (in costante crescita) e in Europa occidentale (in stallo o in diminuzione, a parte l’effetto ancora non bene metabolizzato dell’immigrazione extra-comunitaria). Fra le cause delle differenze abbiamo confrontato la situazione economica nei diversi paesi ma soprattutto il grado di ottimismo e di pessimismo nelle rispettive popolazioni. E poi inevitabilmente siamo giunti al discorso sugli effetti delle grandi certezze e incertezze sociali sulla politica e sul voto degli europei alle più recenti elezioni in Europa. Lo spostamento verso i partiti populisti e di estrema destra era ormai evidente, e io ricordo di aver detto questa frase che a qualcuno potrà apparire incredibile: “La nostra ultima speranza è la Germania. Ma se alle prossime elezioni la Germania segue la tendenza dei suoi vicini europei, allora sono tempi duri per l’Europa e per tutti noi”. Al che il giornalista mi ha risposto: “Non si preoccupi, i tedeschi sono una società molto solida e piuttosto conservatrice. La vittoria di Angela Merkel è certa”. Nove mesi dopo, la scena politica tedesca sembra molto meno semplice. Se ci dovessero essere nuove elezioni a meno di un anno dalle precedenti, sarà bene seguire attentamente i risultati. Qualcuno ha già fatto notare che la volta precedente che i tedeschi erano andati alle urne due volte nello stesso anno era il 1933.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme