“Pitigliani Kolno’a Festival
un futuro da protagonisti”
Cala il sipario, e la soddisfazione è tanta. Ma già si guarda al futuro, con l’obiettivo di fare ancora meglio. “Dalla prossima settimana si inizia a lavorare sull’edizione 2018” assicura Bruno Sed, presidente del Pitigliani.
La sala è gremita per l’ultima serata del Pitigliani Kolno’a, il festival che per il dodicesimo anno consecutivo ha gettato uno sguardo fresco e sfaccettato sul cinema di Israele. Sui tanti volti, sulle numerose complessità che svela a un pubblico sempre più vasto. Per la prima volta, doppia direzione artistica alla guida del festival: con Ariela Piattelli, l’israeliana Lirit Mash.
Altra novità di questa edizione, l’istituzione del Premio Emanuele Luzzati dedicato al grande illustratore e scenografo genovese di cui ricorrono i dieci anni dalla scomparsa. “Tra particolarismo e universalismo: la diversità in mezzo all’uguaglianza” il tema su cui si sono confrontati decine di registi e sceneggiatori. Ad aggiudicarselo il regista Maurizio Forcella, premiato dalla direttrice del Pitigliani Ambra Tedeschi.
Mentre, per quanto riguarda i 21 film e documentari proposti negli scorsi giorni alla Casa del Cinema (tra cui 17 inediti), il pubblico si è così espresso: il più apprezzato è stato The Women’s Balcony, quindi Ben Gurion, Epilogue e Invisible in Mosul.
La serata si è conclusa con la proiezione di “Libia, l’ultimo esodo”, documentario sulla storia e sulla memoria degli ebrei di Libia con regia di Ruggero Gabbai e David Meghnagi.
(24 novembre 2017)