Ferrovie al lavoro di Shabbat, la voce haredi mette in crisi il governo di Netanyahu
Mentre nel centro di Gerusalemme un nutrito gruppo di Haredim è tornato in strada per protestare contro l’arresto di alcuni studenti di yeshiva che si sono rifiutati di rispondere alla chiamata alla leva, nella Capitale si consumava un nuovo atto della piccola crisi che ha colpito il governo guidato dal Primo ministro Benjamin Netanyahu: dopo le dimissioni del ministro della Sanità Yaakov Litzman per la decisione del governo di dare il via libera ai lavori di manutenzione di Shabbat sulla linea ferroviaria ( “Sono deluso di non essere riuscito a fermare la profanazione dello Shabbat – ha scritto Litzman nella lettera di dimissioni – Shabbat è prezioso per tutti noi”), Netanyahu ha deciso di far saltare la tradizionale riunione di coalizione di inizio settimana (la domenica corrisponde al primo giorno lavorativo settimanale in Israele). Una decisione arrivata in seguito all’annuncio dello stesso Litzman – del partito haredi Yahadut HaTora HaMeuhedet ( in inglese, United Torah Judaism – di voler boicottare l’incontro, seguito anche dal leader di Shas e ministro dell’Interno Aryeh Deri (che ha saltato anche la riunione di gabinetto) e da Moshe Gafni, membro della Knesset e del movimento Degel HaTorah.
Le dimissioni di Litzman – decise su influenza del Rebbe della corrente hassidica Gur Yaakov Aryeh Alter – per il momento non mettono a rischio la stabilità della maggioranza che conta sull’appoggio del partito dell’ex ministro, il citato United Torah Judaism. Molti funzionari del Likud però, scrive il quotidiano Yedioth Ahronoth, temono l’attuale situazione possa danneggiare in modo irrevocabile la tenuta del governo. “Le dimissioni di Litzman sono l’ inizio della fine”, avrebbe detto un ministro del Likud al quotidiano che però non riporta il nome di quest’ultimo. “La sensazione generale – le parole citate da Yedioth Ahronot del ministro – è che tutto stia crollando”. “Mi dispiace per la decisione del ministro Yaakov Litzman di dimettersi dal governo. Litzman è un eccellente ministro della Salute”, ha detto Netanyahu, questa mattina. “Shabbat è importante per noi, come lo sono le esigenze di tutti i cittadini israeliani che fanno affidamento su trasporti pubblici sicuri e continui. Credo che troveremo una soluzione concordata, stiamo già lavorando a una insieme”, ha aggiunto il Primo ministro.
L’ attuale crisi legata ai lavori di manutenzione della ferrovia durante il fine settimana è iniziata due settimane fa. I partiti di Haredi sostengono che le ferrovie israeliane non siano sensibili alle loro esigenze, portando così Litzman a porre un ultimatum a Netanyahu: dimissioni dal governo se i lavori del treno Shabbat fossero continuati. Cosa avvenuta dopo che venerdì era stato annunciato che le manutenzioni di Shabbat – necessarie a garantire a migliaia di persone di viaggiare in sicurezza – sarebbero state fatte da lavoratori non ebrei. Un’opzione che però la leadership haredi non ha ritenuto accettabile. Questo nonostante i disagi che la sospensione dei lavori avrebbe creato ad esempio ai soldati di ritorno a casa nel fine settimana. Un dato che Yoav Horowitz, capo dello staff di Netanyahu, ha fatto notare a Litzman che però – secondo le ricostruzioni giornalistiche – avrebbe risposo: “ i soldati possono prendere l’ autobus”, il che per molti significa metterci molto più tempo a tornare a casa, dovendo a volte cambiare autobus. “Evidentemente questa è una crisi idiota – la dura analisi di Nahum Barnea di Yedioth Ahronoth –, il risultato dei capricci di un rabbino che vive nel passato. È anche il segno di un cambiamento storico nella comunità ultraortodossa: le mura del ghetto stanno crollando, i giovani guardano fuori, vengono attratti da demagogia e populismo. I vecchi rabbini sono trascinati da questa onda”. Secondo Anshel Pfeffer, giornalista di Haaretz, la questione dello Shabbat e delle ferrovie nasconde invece una problematica più grande che gli equilibri di potere interni alla coalizione. “La comunità Haredi è composta in gran parte da centinaia di migliaia di giovani uomini e donne, che cercano di costruire le loro nuove famiglie mentre sono tagliati fuori dalle opportunità che l’economia israeliana offre a persone brillanti e desiderose come loro”. “Nonostante gli editti dei rabbini contro l’ uso di Internet, – scrive Pfeffer – molti di questi giovani Haredim sono completamente esposti al mondo esterno e desiderano avere qualche connessione con esso, soprattutto attraverso i loro luoghi di lavoro. Gli israeliani secolari possono essere arrabbiati per i tentativi Haredi di imporre restrizioni religiose alla vita pubblica, ma la vera rabbia è quella che si sta costruendo tra i giovani Haredim rispetto ai loro leader, rabbini settant’anni più anziani di loro, che non comprendono gli ostacoli che si trovano ad affrontare”.