Oltremare – Carta canta
Qualche anno fa il popolo israeliano, tutto intero e senza distinzioni di origine, lingua madre e età, ha cominciato a trovarsi nel portafoglio banconote color verde brillante virtualmente identiche, ma una da 20 e una da 50 Nuovi Shekel. All’epoca, si alzò l’urlo unanime “proteggete gli anziani” – i quali sarebbero quelli più indifesi di fronte alla improvvisa somiglianza cromatica delle banconote.
Ora gli americani, che anche con un Trump come presidente restano una potenza mondiale, sopravvivono parecchio bene da alcune centinaia di anni pur avendo una famosa moneta, il dollaro, le cui banconote, tutte verdi oliva e assolutamente identiche salvo una faccia di Presidente al centro che cambia a seconda del valore della carta, si distinguono davvero solo in base al numero, per nulla cubitale, ai quattro angoli del rettangolo.
Detto ciò, in effetti per un popolo invece abituato a pescare nei borsellini e portafogli le banconote sulla base del colore, uno scambio di colori senza preavviso può essere noioso.
Da questa settimana, l’ordine è stato ripristinato, in forma di nuova scala di colori. La Banca d’Israele ha emesso due nuove banconote, da 20 e da 100, che prenderanno il posto di quelle correnti. Risultato: i 20 diventano inopinatamente tendenti al rosso, i 50 restano verdi brillanti, i 100 buttano al giallo dorato, e i 200 restano azzurrini. Fin qui, è solo questione cromatica.
Ma la Governatore della Banca d’Israele, signora Karnit Flug, la cui vice è anche lei una donna, e anche lei brillante economista, ha portato al Presidente Rivlin (santo subito, a vita) le due nuove banconote, che ritraggono due poetesse, pilastri della narrativa sionista e delle poesie mandate a memoria dai bambini nelle scuole, con tanto di citazioni estratte dalle loro poesie più rappresentative. E senza farne un dramma, in Israele da questa settimana ci sono quattro banconote correnti. Due ritraggono uomini, due ritraggono donne. Resterebbe il dettaglio non del tutto secondario che i quattro poeti scelti, Rachel Bluwstein, Shaul Tchernichovsky, Lea Goldberg e Nathan Alterman sono tutti strettamente ashkenaziti, ma via, concentriamoci sulle belle notizie.
Almeno sulla carta, parità fra i sessi.
Daniela Fubini, Tel Aviv