Il 1867 e l’emancipazione ebraica
“Congresso di Firenze, la svolta”
1867-2017. Sono passati 150 dal Congresso Israelitico di Firenze, momento di incontro nel quale mondo ebraico italiano si riunì per discutere del proprio ruolo e dei cambiamenti in atto. Tale congresso costituisce una risposta formale da parte ebraica ai mutamenti strutturali all’indomani dell’Emancipazione e in esso trovò espressione il dibattito del rabbinato italiano attorno alla possibilità di una riforma del culto. In occasione di questa significativa ricorrenza l’Archivio Ebraico Terracini di Torino, assieme all’Università degli Studi di Firenze e all’UCEI, ha organizzato nei locali della Comunità ebraica un seminario di studio: “I rabbini piemontesi e il Congresso Israelitico di Firenze. Tra riforma e tradizione: nuove fonti per la storia del dibattito”. Il seminario si pone in continuità con i temi affrontati in un’occasione simile lo scorso maggio proprio nella città di Firenze. Il valore aggiunto della giornata di studio torinese, oltre al focus piemontese, ruota appunto attorno alle carte dell’Archivio Terracini, riunite e digitalizzate in un progetto web disponibile sul sito dell’Archivio. In apertura i saluti del presidente della Comunità, Dario Disegni e del rabbino capo rav Ariel Di Porto, unanimi nell’affermare come il Congresso di Firenze abbia rappresentato uno snodo fondamentale dell’ebraismo italiano per come oggi lo conosciamo. Due le introduzioni ai lavori: Alberto Cavaglion si sofferma sull’importanza del ’67, un passaggio cruciale per capire in profondità il clima che si respirava tra gli ebrei italiani nel corso del XIX secolo: “Breve e meravigliosa stagione poi offuscata con l’incombere del Novecento”, afferma Cavaglion. A Chiara Pilocane, in rappresentanza dell’Archivio Terracini, il compito di spiegare la nascita dei percorsi web tesi a valorizzare il patrimonio archivistico e le sue fonti: Beniamino Artom, Emilio Donato Bachi, marco Tedeschi, Marco Momigliano, David Terracini, Lelio Cantoni sono solo alcuni dei personaggi le cui carte compongono il percorso web sull’Ottocento e il mondo ebraico.
A seguire quattro interventi per ricostruire l’immagine ancora scomposta dell’ebraismo italiano che andava formandosi, abbandonando l’idea di una frammentazione in comunità tra loro indipendenti, sulla spinta di uno stato unitario appena formato. Ad approfondire il tema “Il Congresso Israelitico di Firenze del 1867: ebrei italiani e rabbinato di fronte all’integrazione è Tullia Catalan, docente presso l’Università di Trieste. Il congresso del ’67, viene spiegato, si pone in parte in continuità e in parte si differenzia da un altro importante congresso, tenutosi a Ferrara nel 1863. Quello di Ferrara si distinse per la scelta di temi per lo più laici su cui dibattere, mentre a Firenze si assiste a una sostanziale presenza del rabbinato italiano, per discutere delle problematiche delle singole comunità, della difficoltà di molte di superare il particolarismo, fino a toccare la possibilità di una frammentazione e di una riforma del culto, che poi non avvenne. Segue poi l’intervento del dottorando dell’Università di Firenze, Alberto Legnaioli, nel quale ricostruisce la figura di Lelio (Hillel) Cantoni, proprio a partire dalle osservazioni sulle carte rinvenute nell’Archivio Terracini. Poi ancora Liliana Elda Funaro, esperta di storia dell’ebraismo toscano, che focalizza il suo intervento sulle carte piemontesi e toscane relative al Congresso. Infine Asher Salah, docente della Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme, offre un ritratto di Marco Mortara e del ruolo che ricoprì nel progetto di sinodo rabbinico in Italia.
Alice Fubini
(5 dicembre 2017)